Maksim Gorkij (1868-1936)
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Maksim Gor'kij
Maksim Gor'kij (Максим Горький) (Nižnij Novgorod, 28 marzo 1868 – Mosca, 18 giugno 1936) pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov (Алексей Максимович Пешков), è stato un importante drammaturgo e scrittore russo.
Amaro (gorkij) fu il significativo pseudonimo con cui sostituì il proprio cognome.
La lotta contro la miseria, l'ignoranza e la tirannia sono infatti le costanti di tutta l'opera dello scrittore, che è considerato il padre del realismo socialista.
Rimasto orfano e fuggito a undici anni dalla casa dei nonni, s'imbarcò come sguattero su un battello sul Volga, dove il cuoco di bordo gli insegnò a scrivere, poi vagabondò a lungo per tutto il paese facendo il fornaio, il guardiano notturno, lo scaricatore,...
Nel 1889, tornato alla natia Nižnij Novgorod (che poi sarà ribattezzata Gorkij), s'impiegò come segretario di un avvocato e pubblicò alcune poesie: Il canto della vecchia quercia (1890). Il giudizio dei critici fu severo.
Riprese allora a girare per la Russia, lavorando come contadino ed artigiano, e raccogliendo una enorme quantità di materiale di vita. Con esso diede corpo ai racconti Makar Cludra (1892), e soprattutto Čelkaš, i quali ebbero finalmente successo.
Ma i suoi contatti con gli intellettuali rivoluzionari ed il contenuto sociale dei suoi scritti insospettirono lo zar. Nel 1902 fu espulso dall'Accademia delle scienze (fatto per cui il suo amico Anton Čechov si dimise per protesta). Poco dopo fu arrestato e confinato in Crimea. Nello stesso periodo venne sceneggiato il dramma Bassifondi (o L'albergo dei poveri), da molti critici ritenuta una delle sue opere principali, il quale consiste in una serie di ritratti di poveri vagabondi. Liberato nel 1906, andò in esilio volontario. Nello stesso anno con La madre inizia il realismo socialista.
Nel 1907, a Londra, al V congresso del partito bolscevico, conobbe Lenin, che fu suo ospite a Capri durante il lungo soggiorno che lo scrittore condivise sull'isola fino al 1913 con la sua compagna, l'attrice Maria Fedorovna Gelabuskaija. Qui scrisse numerosi romanzi, tra cui L'infanzia, ed organizzò una scuola per rivoluzionari russi emigranti alla quale insegnavano e partecipavano teorici famosi come Anatolij Vasil'evič Lunačarskij.
Tornato in Russia nel 1913, si dedicò ad un'intensa attività pubblicistica, fondando, dopo la vittoria bolscevica, la Casa editrice Letteratura Universale.
Ammalatosi di tubercolosi, tornò in Italia, a Sorrento, sino al 1927. Durante questo periodo e poi, una volta tornato definitivamente in patria, scrisse le opere più intensamente realistiche: i drammi Piccoli borghesi, Nei bassifondi, I nemici.
Nel corso della sua vita strinse un'intensa amicizia con letterati quali Lev Tolstoj e Anton Cechov (che abbandonò l'Accademia delle Scienze dopo l'espulsione di Gorkij in segno di protesta).
Bibliografia
Makar Cudra (1892)
Celkas (1895)
Schizzi e racconti (1898)
Foma Gordeev (1899)
I tre (1901)
Canto della procellaria (1901)
Piccolo-borghesi (dramma, 1901)
Bassifondi (dramma, 1902)
I villeggianti (dramma, 1904)
I figli del sole (dramma, 1905)
I barbari (dramma, 1905)
La madre (1907)
Infanzia (1913)
Fra la gente (1915)
Le mie università (1917)
L'affare degli Artamonov (1925)
La vita di Klim Samgin (1925)
Due storie
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