Giuseppe Saragat (1898-1988)
Informazioni di base:
Giuseppe Saragat in Rete:
Biografia:
(estratta da Wikipedia)
Giuseppe Saragat
Luogo di nascita
Torino
Data di nascita
19 settembre 1898
Luogo di morte
Roma
Data di morte
11 giugno 1988 (89 anni)
Partito politico
Partito Socialista Democratico Italiano
Coalizione
Mandato
dal 29 dicembre 1964 al 29 dicembre 1971
Elezione
28 dicembre 1964 al 21° scrutinio con 646 voti su 937
Titolo di studio
Laurea in Scienze economiche e commerciali
Professione
Politico
Coniuge
Giuseppina Bollani
Vicepresidente
Predecessore
Antonio Segni
Successore
Giovanni Leone
Giuseppe Saragat (Torino, 19 settembre 1898 – Roma, 11 giugno 1988) è stato un politico italiano, quinto Presidente della Repubblica Italiana.
Biografia
Figlio di immigrati sardi (il padre era nativo di Sassari), faceva parte di una famiglia appartenente alla media borghesia italiana. Nel 1922 aderì al socialismo, non tanto per vocazione ideologica, quanto per solidarietà nei confronti della gente povera, ovvero quel proletariato che andava organizzandosi, oppresso dai "figli di papà" come ebbe a dire lui stesso.
Socialista del filone riformista ed umanitario, si nutrì della cultura politica di Filippo Turati, divenendo così esponente di primo piano del Partito Socialista Unitario, il partito nato dalla scissione dei riformisti turatiani dal PSI, al quale apparteneva anche Giacomo Matteotti.
Durante il ventennio fascista emigrò in Francia, Austria e Svizzera, stringendo con il socialista Pietro Nenni un'alleanza politica che porterà alla riunificazione di PSI e PSU con il Movimento di Unità Proletaria, dando così vita al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Questi furono anni in cui Saragat entrò anche in contatto con molto autorevoli esponenti dell' "austromarxismo", che teorizzarono la conciliabilità del pensiero di Marx con la socialdemocrazia (in particolare Renner, Bauer), e più in generale personalità della socialdemocrazia mittleuropea che influenzò la sua formazione intellettuale.
Tornò in patria nel 1943 per combattere contro la Repubblica di Salò: arrestato e consegnato alle autorità tedesche, venne rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli, dove divise la cella con un altro futuro presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Riuscì ad evadere, insieme a Pertini, grazie a un gruppo di partigiani che falsificarono un ordine di scarcerazione e si trasferì a Milano, dove lavorò per il partito socialista. Fu Ministro senza portafoglio nel 1944 durante il governo Bonomi II, nel 1945 fu ambasciatore d'Italia a Parigi per un brevissimo periodo.
Nel 1946 venne eletto deputato all'Assemblea Costituente, di cui fu presidente sino al 1947, anno in cui Alcide De Gasperi ruppe l'accordo con socialisti e comunisti. Contrario all'alleanza tra i socialisti ed il Partito Comunista Italiano, nel gennaio del 1947 diede vita alla cosiddetta "scissione di palazzo Barberini", in cui vide la nascita il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, che nel 1951 divenne Partito Socialista Democratico Italiano in seguito alla fusione con il nuovo Partito Socialista Unitario di Giuseppe Romita.
Nelle elezioni politiche del 1948 si scagliò contro il Fronte Democratico Popolare, l'alleanza social-comunista in cui militava anche il "caro nemico" Nenni: durante la campagna elettorale il Fronte gli rimproverò l'alleanza con la Democrazia Cristiana, usando contro Saragat alcune espressioni politicamente denigratorie quali social-fascista, social-traditore, rinnegato. In quelle consultazioni il suo cartello politico, denominato per l'occasione Unità Socialista, ottenne poco più del 7% dei voti alla Camera dei Deputati e circa il 4,1% al Senato della Repubblica, ottenendo 43 seggi in totale nel Parlamento italiano.
Giuseppe Saragat con Sandro Pertini (1979)
Più volte vicepresidente del Consiglio nei governi De Gasperi, fu anche ministro degli Esteri dal 1962 al 1964 e si schierò a favore della formula politica del centro-sinistra.
Il 28 dicembre del 1964 fu eletto Presidente della Repubblica italiana al 21° scrutinio, grazie anche ai voti decisivi dei socialisti e dei comunisti. Terminato il suo mandato nel 1971, Saragat divenne di diritto senatore a vita, ma ebbe anche l'occasione di ritornare al suo partito, di cui divenne presidente nel 1976.
Socialista liberale, Saragat viene oggi considerato il padre della dottrina socialdemocratica italiana. Riformista e dal forte senso atlantista (fu favorevole al Piano Marshall e all'ingresso dell'Italia nella NATO), egli era convinto che la socialdemocrazia potesse essere politicamente un valore aggiunto e che avrebbe potuto avere una posizione elettoralmente egemonica, come del resto avveniva nei paesi del nord-Europa.
Onorificenze
Collare dell'Ordine dei Serafini
Voci correlate
Elezione Presidente della Repubblica 1964
Bibliografia
U. Indrio, La presidenza Saragat: cronaca politica di un settennio, 1965-1971, Milano, Mondadori, 1971.
V. Statera, Saragat: il coraggio delle idee, Roma, Ital, 1984.
V. Cirillo, Giuseppe Saragat tra resistenza e centrosinistra, in R. Bonuglia (a cura di), Economia e politica da Camaldoli a Saragat (1941-1971), Roma, Nuova Cultura, 2007.
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Collegamenti esterni
Sito del Quirinale
Sito ufficiale della Fondazione Saragat
Sito della Fondazione G. Saragat
Note
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