Giovannino Guareschi (1908-1968)

Informazioni di base:

  • Scomparso nel: 1968
  • Data di nascita: 1 Maggio 1908
  • Professione: Scrittore
  • Luogo di nascita: Fontanelle di Roccabianca (PR)
  • Nazione: Italia
  • Giovannino Guareschi in Rete:

  • Sito Non Ufficiale: Un sito non ufficiale su Giovannino Guareschi
  • Wikipedia: Giovannino Guareschi su Wikipedia
  • Biografia:

    (estratta da Wikipedia)

    Giovannino Guareschi
    Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi (Roccabianca, 1º maggio 1908 – Cervia, 22 luglio 1968) è stato uno scrittore e giornalista italiano, oltre che caricaturista e umorista. È lo scrittore italiano più venduto nel mondo: oltre 20 milioni di copie.
    La sua creazione più famosa è Don Camillo, il robusto parroco che parla col Cristo dell'altare maggiore. Il suo antagonista è il sindaco comunista del paese (nella trasposizione cinematografica Brescello, nella Bassa reggiana), l'agguerrito Peppone, diviso tra il lavoro nella sua officina e gli impegni della politica.

    Biografia
    Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi (Guareschi scherzava sempre sul fatto che un omone come lui fosse stato battezzato come "Giovannino") nacque a Fontanelle, frazione di Roccabianca, il 1° maggio 1908, in una famiglia di classe media. Il padre, Primo Augusto Guareschi, era commerciante, mentre la madre, Lina Maghenzani, era la maestra elementare del paese.
    Nel 1925 l'attività del padre fallì ed egli non poté continuare gli studi. Dopo aver provato alcuni lavori precari, iniziò a scrivere per un quotidiano locale. Nel 1929 divenne redattore del quotidiano Corriere Emiliano e dal 1936 al 1943 fu redattore capo di una rivista destinata a un'ampia notorietà, il Bertoldo.
    Il Bertoldo
    Giovannino Guareschi a Parma negli anni trenta
    Il 14 luglio 1936, giorno dedicato a san Camillo de Lellis, troviamo nelle edicole d'Italia il primo numero del quindicinale Bertoldo, rivista satirica edita da Rizzoli e diretta da Cesare Zavattini, in cui Guareschi inizialmente collabora in qualità di illustratore. Si tratta di una nuova rivista, pungente pur se nel regime e diretta a strati sociali medio-alti, in contrasto con il popolarissimo periodico Marc'Aurelio. Vi collaborarono importanti giornalisti ed illustratori del tempo, ma forti contrasti e dinamiche interne portano in breve tempo alla direzione di Giovanni Mosca, con Giovannino Guareschi capo redattore.
    In capo a tre anni la rivista diventa settimanale con tirature di 500-600 mila copie, e primo tra tutti i giornali umoristici.
    Fedele al suo carattere di bastian contrario, Guareschi, contrapponendosi alla dilagante moda del momento che vuole, anche sul Bertoldo, ubiquitarie illustrazioni di eleganti figure femminili, inizia a disegnare la serie delle vedovone, grasse e per nulla sensuali donne d'Italia. La seconda guerra mondiale porta infine alla chiusura nel settembre 1943 della testata, dopo un bombardamento alleato che coinvolge la sede della Rizzoli.
    Nel 1938, come molti altri intellettuali e politici italiani (tra cui Giorgio Almirante, Piero Bargellini, Giorgio Bocca, Amintore Fanfani, Mario Missiroli, Ardengo Soffici), vide il suo nome pubblicato su alcuni giornali dell'epoca come sostenitore delle Leggi razziali fasciste. È comunemente sostenuto che la lista sia stata compilata dal governo fascista e quindi Guareschi, come gli altri, non abbia dato il suo consenso. Tuttavia la pubblicazione del suo nome sui giornali fascisti ha dato origine a una polemica politica che non si è ancora conclusa
    Durante la guerra Guareschi - penna pungente e pronta ad attaccare senza paura o riverenza i bersagli che più gli sembravano meritevoli di critica - insultò sotto l'effetto di una sbornia Benito Mussolini e venne arrestato. Nel 1943 venne arruolato nell'esercito, il che apparentemente lo aiutò ad evitare problemi con le autorità fasciste. Finì come ufficiale di artiglieria.
    Quando l'Italia firmò l'armistizio con le truppe Alleate egli si trovava in caserma ad Alessandria. Rifiutò come molti altri di disconoscere l'autorità del Re e fu quindi arrestato e inviato nei campi di prigionia di Częstochowa e Benjaminovo in Polonia e poi in Germania a Wietzendorf e Sandbostel per due anni, assieme ad altri soldati italiani: gli IMI (Internati Militari Italiani) .
    Qui compose La Favola di Natale, racconto musicato di un sogno di libertà nel suo Natale da prigioniero. In seguito descrisse questo periodo in Diario Clandestino.
    Candido
    Dopo la guerra Guareschi fece ritorno in Italia e fondò una rivista indipendente con simpatie monarchiche, il Candido, settimanale del sabato. Nella rivista, insieme ad altre famose penne della satira italiana, curava numerose rubriche tra cui quella a firma "Il Forbiciastro" che spigolava nella cronaca spicciola italiana.
    Dopo il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, iniziò ad appoggiare la Democrazia Cristiana per la sua profonda fede cattolica e per il suo fervente anticomunismo.
    I "trinariciuti"
    Guareschi criticò e rese oggetto di satira i comunisti nella sua rivista: famosissime le sue vignette intitolate "Obbedienza cieca, pronta e assoluta", dove sbeffeggiava i militanti comunisti che lui definiva trinariciuti (la terza narice aveva un duplice scopo: serviva a far defluire la materia cerebrale e a far entrare direttamente le direttive del partito), i quali prendevano alla lettera le direttive che arrivavano dall'alto, nonostante i chiari errori di stampa.
    Per la celebre prima vignetta del compagno con tre narici, Togliatti lo insultò con l'appellativo di "tre volte idiota moltiplicato tre" durante un comizio. Per tutta risposta Guareschi scrisse su Candido: "Ambito riconoscimento"

    Giovannino Guareschi a Roncole Verdi
    Le elezioni del 1948 e il contributo di Guareschi
    Nelle elezioni politiche del 1948 Guareschi s'impegnò moltissimo affinché fosse sconfitto il Fronte Democratico Popolare (alleanza PCI-PSI).
    Molti slogan, come "Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no", e il manifesto con lo scheletro di un soldato dietro i reticolati russi, che dice "100.000 soldati italiani non sono tornati dalla Russia. Mamma, votagli contro anche per me", uscirono dalla sua mente fervida.
    Anche dopo la vittoria della DC e dei suoi alleati, Guareschi non abbassò certo la sua penna: anzi criticò anche la Democrazia Cristiana, che a suo parere non seguiva i principi cui si era ispirata. In particolare prese una radicale posizione di contrarietà verso i governi di centrosinistra, ovvero verso quell'alleanza tra DC e PSI che, a partire dalla metà degli anni sessanta, doveva improntare per oltre un decennio la politica italiana.
    Le vicende Einaudi e De Gasperi
    Nel 1950 fu condannato con la condizionale ad otto mesi di carcere nel processo per diffamazione all'allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che era stato bonariamente preso in giro in quanto permetteva che sulle etichette dei vini di sua produzione venisse messa in evidenza la sua carica pubblica di "presidente". Guareschi non era l'autore materiale della vignetta (l'autore fu Carletto Manzoni), ma fu condannato in quanto direttore responsabile di Candido.
    Nel 1954 Guareschi venne nuovamente accusato di diffamazione per avere pubblicato sul Candido due lettere di Alcide De Gasperi risalenti al 1944, in una delle quali De Gasperi (che sarebbe divenuto Presidente del Consiglio nel dopoguerra) avrebbe chiesto agli Alleati anglo-americani di bombardare la periferia di Roma allo scopo di demoralizzare i collaboratori dei tedeschi. Il giudice non accolse la mozione della difesa di Guareschi, che chiedeva che queste lettere fossero sottoposte a perizia calligrafica per accertare che fosse veramente De Gasperi l'autore, come era emerso da una prima perizia ad opera di un perito accreditato. Non accolse neppure numerose prove testimoniali prodotte dalla difesa di Guareschi (tra cui anche uomini vicini allo stesso De Gasperi, come l'onorevole Giulio Andreotti), nonostante l'ampia facoltà di prova che la legge garantisce all'imputato in casi come questo.
    Guareschi fu condannato a dodici mesi di carcere in primo grado. Essendosi rifiutato di ricorrere in appello contro quella che lui riteneva un'ingiustizia, venne recluso nel carcere di San Francesco del Prato a Parma, dove rimase per 409 giorni, più altri sei mesi di libertà vigilata ottenuta per buona condotta. Sempre per coerenza, rifiutò in ogni momento di chiedere la grazia.
    Nel 1956 la sua condizione fisica si era deteriorata ed iniziò a trascorrere lunghi periodi a Cademario in Svizzera per motivi di salute. Nel 1957 si ritirò da direttore del Candido rimanendo tuttavia un collaboratore della rivista fino al 1961. Continuò a collaborare a vari periodici con disegni e racconti. Nel 1968 gli fu riproposta la direzione del Candido da parte di Giorgio Pisanò, ma morì prima di poter ricominciare a causa di un attacco cardiaco.
    Guareschi ed il potere
    Il rapporto di Guareschi con il potere ha sempre dato adito a controversie. Quello che è certo è che il suo carattere irruente e sanguigno gli abbia procurato sovente dei guai con le istituzioni. Non c'è dubbio che egli dovette sopportare da un lato l'ostracismo della sinistra, dall'altro l'assoluta mancanza di riconoscenza da parte di chi la sua penna aveva spesse volte enormemente favorito.
    Nel periodo delle vicende giudiziarie, a titolo di esempio, Azione giovanile, rivista della Gioventù italiana di Azione Cattolica, titolò un'intera pagina con: "Guareschi ovvero lo scarafaggio". A corredo dell'articolo la foto di una mano con uno scarafaggio con la didascalia: Quando certi individui ti danno la mano ti succede di provare un senso di ribrezzo.
    Nonostante il fondamentale contributo dato da Guareschi alla vittoria democristiana del 1948, dopo la carcerazione morì poco ricordato dopo un decennio di piccole collaborazioni in rubriche di alcuni periodici, ed i suoi funerali, svoltisi sotto la bandiera con lo stemma sabaudo, vennero disertati da tutte le autorità. Unici volti di rilievo Nino Nutrizio, Enzo Biagi ed Enzo Ferrari.
    Opere
    La saga di Don Camillo e Peppone
    Don Camillo (1948)
    Don Camillo e il suo gregge (1953)
    Il compagno Don Camillo (1963)
    Don Camillo e i giovani d'oggi (pubblicato postumo, 1969)
    Gente Così (pubblicato postumo, 1980)
    Lo Spumarino pallido (pubblicato postumo, 1981)
    Noi del Boscaccio (pubblicato postumo, 1983)
    L'anno di Don Camillo (pubblicato postumo, 1986)
    Il decimo clandestino (pubblicato postumo, 1987)
    Ciao Don Camillo (pubblicato postumo, 1996)
    Don Camillo e don Chichì (pubblicato postumo, 1996)
    Altre opere
    La scoperta di Milano (1941)
    Il destino si chiama Clotilde (1943)
    Il marito in collegio (1944)
    La Favola di Natale (1944)
    Diario Clandestino 1943-1945 (1946)
    Italia Provvisoria (1947)
    Lo zibaldino (1948)
    Corrierino delle famiglie (1954)
    La Calda Estate del Pestifero (1967)
    Vita in famiglia (1968)
    Chi sogna nuovi gerani ?
    Note


      ^ Pier Mario Fasanotti, "Il coraggio di Guareschi", Liberal, 26 aprile 2008, pag. 8.
      ^ dati della fondazione mondadori
      ^ Elenco di personalità italiane che pubblicamente si schierarono a favore dei provvedimenti razzisti del Regime, dal sito dell'associazione Associazione Nazionale Miriam Novitch
      ^ Le leggi razziali, dal sito dell'ANPI di Roma
      ^ Cuomo, F. (2005) I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il manifesto della razza, Milano, Baldini Castoldi Dalai, ISBN 9788884908254, pp. 202-207
      ^ Celebrazioni di Guareschi... ma quel Manifesto della Razza...
      ^ Perché pubblichiamo il primo numero della rivista "La difesa della razza": eccolo l'antisemitismo fascista (pag. 12)
      ^ La storia di Giovannino senza paura (1940-1943)
      ^
      ^ Gian Luigi Falabrino, I comunisti mangiano i bambini La storia dello slogan politico, Vallardi, 1994. ISBN 88-11-90425-0

    Bibliografia
    Libri su Giovanni Guareschi:
    Gian Franco Venè, Don Camillo, Peppone e il compromesso Storico, Sugarco, 1977
    Beppe Gualazzini, Guareschi, Editoriale Nuova, 1981
    Chi sogna nuovi gerani? Autobiografia Giovannino Guareschi (dalle sue carte, riordinate dai figli Carlotta e Alberto Guareschi), , Rizzoli, 2002 , ISBN 9788817117487
    Giorgio Torelli, I baffi di Guareschi, Àncora, 2006, ISBN 9788851404055
    Stefano Beltrami, Elena Bertoldi Bicarbonato e mentine. Giovannino Guareschi, l'amico dei giorni difficili, GAM Editore, 2007, ISBN 9788889044339
    Guido Conti, Giovannino Guareschi, biografia di uno scrittore, Rizzoli, 2008, ISBN 9788817019491
    Giorgio Casamatti, Guido Conti, Giovannino Guareschi, nascita di un umorista. Bazar e la satira a Parma dal 1908 al 1937. MUP, Parma 2008
    Riccardo F. Esposito, Don Camillo e Peppone. Cronache cinematografiche dalla Bassa Padana 1951-1965, Le Mani - Microart's, Recco, 2008 ISBN 9788880124559.
    Altri progetti
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    Wikiquote contiene citazioni di o su Giovannino Guareschi
    Collegamenti esterni
    giovanninoguareschi.com
    mondoguareschi.com
    "Il foglio on line - Piero Vietti 15/9/2008"
    Don Camillo e Peppone
    v • d • m
    I romanzi di Giovannino Guareschi
    Don Camillo · Don Camillo e il suo gregge · Il compagno Don Camillo · Don Camillo e i giovani d'oggi · Gente così · Lo spumarino pallido · Noi del Boscaccio · L'anno di don Camillo · Il decimo clandestino · Ciao Don Camillo · Don Camillo e Don Chichì
    I film con Gino Cervi e Fernandel
    Don Camillo · Il ritorno di Don Camillo · Don Camillo e l'Onorevole Peppone · Don Camillo monsignore... ma non troppo · Il compagno Don Camillo · Don Camillo e i giovani d'oggi (incompiuto)
    Gli altri film
    Don Camillo e i giovani d'oggi con Gastone Moschin e Lionel Stander

    Don Camillo con Terence Hill e Colin Blakely
    Progetto cinema - Portale cinema - Drive-in
    Portale Biografie
    Portale Letteratura

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