Giovanni Spadolini (1925-1994)

Informazioni di base:

  • Scomparso nel: 1994
  • Data di nascita: 21 Giugno 1925
  • Professione: Politico
  • Luogo di nascita: Firenze (FI)
  • Nazione: Italia
  • Giovanni Spadolini in Rete:

  • Wikipedia: Giovanni Spadolini su Wikipedia
  • Biografia:

    (estratta da Wikipedia)


    Giovanni Spadolini
    Luogo di nascita
    Firenze
    Data di nascita
    21 giugno 1925
    Luogo di morte
    Roma
    Data di morte
    4 agosto 1994
    Partito politico
    Partito Repubblicano Italiano
    Coalizione
    Pentapartito
    Mandato
    28 giugno 1981 - 1° dicembre 1982
    Elezione
    Titolo di studio
    laurea in giurisprudenza
    Professione
    docente universitario, politico, giornalista
    Coniuge
    Vicepresidente
    Predecessore
    Arnaldo Forlani
    Successore
    Amintore Fanfani


    Giovanni Spadolini (Firenze, 21 giugno 1925 – Roma, 4 agosto 1994) è stato un politico, storico e giornalista italiano. È stato più volte ministro e, tra il 28 giugno 1981 e il 1° dicembre 1982, Presidente del Consiglio dei Ministri, il primo non democristiano nella storia dell'Italia repubblicana. Fu infine Presidente del Senato dal 1987 al 1994 e Senatore a vita dal 1991 al 1994.

    Formazione culturale ed attività giornalistica
    Giovanni Spadolini (sulla destra) in una stretta di mano con Sandro Pertini.
    Nacque in una famiglia borghese: il padre era un pittore macchiaiolo, proprietario di una grande biblioteca nella quale il giovane Giovanni studiò ed iniziò a formare la sua cultura ispirata ai valori laici, liberaldemocratici e repubblicani. Esordì nel 1944 sul periodico fascista vicino al filosofo idealista Giovanni Gentile Italia e civiltà, ma scrisse anche articoli sul giornale La Difesa della Razza di Telesio Interlandi.
    Nel secondo dopoguerra Spadolini divenne giornalista, collaborando dal 1947 al romano Il Messaggero, diretto da Mario Missiroli, e, nel 1950, a Il Borghese di Leo Longanesi (che, in quell'anno, gli pubblicò il saggio d'esordio Il Papato socialista), passando poi al concorrente Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, di ispirazione radicale. Nel 1953 venne chiamato al Corriere della Sera da Mario Missiroli, che era passato nel frattempo alla guida del quotidiano milanese. Dopo soli due anni, venne nominato direttore de Il Resto del Carlino, carica che mantenne per tredici anni (un periodo insolitamente lungo per il quotidiano bolognese), fino al 1968, quando, succedendo ad Alfio Russo, divenne direttore del Corriere della Sera.
    In verità Spadolini era stato chiamato a Milano già nel 1961, quando c'era ancora Missiroli, ma la solidarietà espressa dalla redazione in favore del "grande vecchio", mandò a monte il progetto e, al posto di Spadolini, venne scelto Alfio Russo. La sua esperienza al Corriere della Sera fu più breve della media (di solito i contratti dei direttori del Corriere duravano cinque anni) poiché si concluse con il licenziamento anticipato, nel 1972.
    In quell'anno si tenevano le elezioni politiche anticipate. Gaetano Afeltra, uno dei "senatori" tra i giornalisti del Corriere, lo presentò al segretario del Pri Ugo La Malfa, che gli riservò un collegio senatoriale a Milano. Secondo altri quel seggio fu prima offerto ad Indro Montanelli che, rifiutatolo, pregò lo stesso La Malfa di offrirlo a Spadolini. Spadolini fu eletto nelle liste del Pri come indipendente, iniziando una nuova brillante carriera.
    Attività accademica
    Fu chiamato dal preside della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Firenze Giuseppe Maranini, colpito dai suoi scritti. L'ateneo fiorentino istituì appositamente per lui una cattedra in Storia contemporanea alla "Cesare Alfieri". Spadolini fu autore di molteplici, eccellenti, saggi sulla storia italiana tra Otto e Novecento, incentrati sui movimenti cattolici, radicali e repubblicani.
    Anche in seguito, nel fervore dell'attività politica, l'impegno intellettuale e culturale non venne da lui trascurato: fu per 18 anni (dal 1976 alla morte) presidente del consiglio di amministrazione dell'Università Bocconi di Milano, nel 1980 creò la "Fondazione Nuova Antologia", nel 1990 fu nominato presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, fondato da Benedetto Croce. È considerato uno dei più grandi studiosi e conoscitori della storia italiana dell'Ottocento, della quale ha scritto anche numerosi saggi e manuali scolastici e universitari.
    Attività politica
    Palermo 1982: Sandro Pertini e il Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini ai funerali del generale Dalla Chiesa
    Spadolini passò dal Partito Radicale a quello Repubblicano negli anni cinquanta. Eletto senatore come indipendente nel PRI alle elezioni politiche del 1972 (vedi supra), nel 1974 fu "inventore" e primo ministro dei Beni culturali e ambientali (le competenze del nuovo ministero spettavano precedentemente al Ministero della Pubblica Istruzione e al Ministero dell'Interno) nel governo di centrosinistra presieduto da Aldo Moro.
    Nel 1979 fu il primo ministro non democristiano della Pubblica Istruzione e divenne segretario nazionale del Partito Repubblicano.
    Nel 1981 venne nominato da Pertini Presidente del Consiglio dei Ministri, il primo non DC della storia dell'Italia repubblicana; l’esperienza terminò traumaticamente, con quella che lui stesso ribattezzò la lite delle comari tra due ministri del suo governo. Grazie al cosiddetto "effetto Spadolini", alle elezioni del 1983, per la prima volta nella sua storia, il PRI supererà il 5% dei voti alla Camera dei Deputati; in alcune grandi città come Torino diventerà il terzo partito, dietro DC e PCI, ma davanti ai socialisti.
    Dal 1983 al 1987 fu Ministro della difesa sia nel primo che nel secondo dei due governi presieduti da Bettino Craxi. In questa veste, fu protagonista nella "crisi di Sigonella", nel 1986, dissentendo dalla politica filopalestinese del premier Craxi e del Ministro degli Esteri Andreotti. All'indomani della crisi diplomatica tra Italia e USA, che aveva rischiato di degenerare in uno scontro armato, chiese la crisi di governo risoltasi però con il reincarico di Craxi. Quell’episodio riconfermò il suo atlantismo, che in quegli anni andava sempre più assumendo caratteristiche minoritarie nella politica estera italiana: già nel 1982 aveva dovuto subire una presa di posizione italiana di equidistanza tra Londra e Buenos Aires, nel conflitto delle Falkland, in ragione della piega terzomondista presa – una volta tanto unitariamente – dai due principali partiti alleati del suo governo, la DC ed il PSI.
    Successivamente schiacciato dal "CAF" (l'alleanza Craxi-Andreotti-Forlani) non partecipò più alle altre compagini governative di Pentapartito.
    Dal 1987 al 1994 fu Presidente del Senato della Repubblica con il consenso sia della maggioranza di pentapartito che dell'opposizione comunista.
    Il 26 giugno 1989, a seguito della crisi del Governo De Mita, il Presidente Cossiga gli affida un incarico esplorativo per la formazione di un nuovo governo. L'11 luglio Spadolini, non essendo riuscito a trovare una maggioranza, restituirà l'incarico a Cossiga che, dopo aver richiamato De Mita, conferirà l'incarico ad Andreotti.
    Nel 1991 venne nominato senatore a vita dal Presidente Cossiga.
    Nel 1994 si ricandidò alla presidenza di Palazzo Madama (sostenuto dai poli di centro e sinistra), ma fu sconfitto per un solo voto da Carlo Scognamiglio (candidato del Polo delle libertà). Si spense poco dopo a Roma il 4 agosto 1994.
    Nonostante il suo partito non fosse rimasto immune dalle inchieste sulla corruzione nell'ambito del processo "Mani pulite", fu uno dei politici di area governativa a non essere sfiorato dalle indagini di Tangentopoli.
    È considerato uno dei migliori statisti italiani, apprezzato per la sua profonda cultura di intellettuale e la sua passione civica per la storia del paese.
    Ateo da sempre, la stampa ha sostenuto che si fosse convertito prima di spegnersi; tuttavia non ci sono le conferme per avallare questa ipotesi. Stupì moltissimo la celebrazione dei funerali di stato nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva officiata dal cardinale Achille Silvestrini, per quello che era stato uno dei più strenui difensori della laicità. Marco Pannella, a tal proposito, protestò fuori dalla chiesa, chiedendo un rito separato.
    La tomba di Spadolini al cimitero delle Porte Sante a Firenze
    È sepolto a Firenze nel prato d'onore del cimitero delle Porte Sante della Basilica di San Miniato al Monte, accanto ai concittadini illustri Collodi, Gentile e Salvemini. Sulla lapide, di marmo bianco, oltre ad esservi perennemente un tricolore che sventola, vi è riprodotta la sua firma con scritto sotto: Un italiano (la stessa scritta che appare sulla tomba di Giuseppe Mazzini, l'intellettuale più amato da Spadolini).
    La Fondazione Nuova Antologia da lui fondata, attualmente diretta dal professor Cosimo Ceccuti, oggi si chiama anche Fondazione Giovanni Spadolini e si occupa della gestione e promozione della sua figura, della valorizzazione della sua casa-museo in Pian dei Giullari e della conservazione della ricchissima biblioteca.
    La biblioteca del Senato, che nel 2003 ha completato il trasferimento nella nuova sede da lui voluta (acquisendo l'edificio che in altra epoca aveva ospitato il Ministero della Pubblica Istruzione) in piazza della Minerva in Roma, ha assunto, in suo onore, la denominazione "Biblioteca Giovanni Spadolini".
    Onorificenze
    Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte
    — Roma, 2 giugno 1971.
    Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana
    — Roma, 2 giugno 1965.
    Opere principali
    Il papato socialista. Milano, Longanesi, 1950.
    L'opposizione cattolica da Porta Pia al '98. Firenze, Le Monnier, 1954.
    Giolitti e i cattolici (1901-1914). Firenze, Le Monnier, 1960.
    Il mondo di Giolitti. Firenze, Le Monnier, 1969.
    Il Tevere più largo. Milano, Longanesi, 1970.
    I Repubblicani dopo l'Unità". Firenze, Le Monnier, 1972.
    Gli uomini che fecero l'Italia. 2 voll., Milano, Longanesi, 1972 (nuova ed. TEA, 1999. ISBN 88-7819-767-X).
    L' Italia della ragione: lotta politica e cultura nel Novecento. Firenze, Le Monnier, 1978.
    Tradizione garibaldina e storia d'Italia. Firenze, Le Monnier, 1982.
    Italia di Minoranza. Firenze, Le Monnier, 1983.
    Cattolicesimo e Risorgimento. Firenze, Le Monnier, 1986.
    Cultura e politica nel Novecento italiano. Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, 1994.
    La mia Firenze - Frammenti dell'età favolosa. Firenze, Le Monnier, 1995. ISBN 88-00-84006-X.
    Bibliografia
    Ascheri, Giacomo. Giovanni Spadolini : prima presidenza laica. Roma, Editalia, 1988. ISBN 88-7060-212-5.
    Bagnoli, Paolo (a cura di). Bibliografia degli scritti giornalistici di Giovanni Spadolini, 1948-1994. Firenze, Polistampa, 2004. ISBN 88-8304-758-3.
    Ceccuti, Cosimo. Giovanni Spadolini. Roma, La navicella, 1992.
    Ceccuti, Cosimo (a cura di). Spadolini storico e uomo delle istituzioni : bibliografia degli scritti di storia moderna e contemporanea, degli scritti e discorsi politici, 1990-1994 : con un'appendice di scritti postumi, 1995-1999. Firenze, Le Monnier, 2000.
    Masoni, Franco. Giovanni Spadolini : storico giornalista statista. Collezione: Quaderni europei. Bellinzona, Casagrande, 1988.
    Mazzuca, Giancarlo e Patuelli, Antonio. I tredici anni di Spadolini al Resto del Carlino. Estr. da Nuova Antologia, n. 2239 (lug-set 2006), pp. 272-277. Firenze, Le Monnier, 2006.
    Palladino, Francesco. Se il PCI va al governo : interviste con Giorgio Amendola, Giovanni Spadolini, Umberto Agnelli. Milano, Sperling & Kupfer, 1978. ISBN 88-200-0014-8.
    Valiani, Leo. Spadolini e la storia dell'Italia contemporanea : quarant'anni di insegnamento e di studi. Grassina, Bagno a Ripoli, Le Monnier, 1994. ISBN 88-008-5693-4.
    Note


      ^ Luca Cardinalini, Giuseppe Cardoni, STTL. La terra ti sia lieve, DeriveApprodi, 2006, (ISBN 9788888738918)
      ^ Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte Prof. Giovanni Spadolini
      ^ Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana Dott. Giovanni Spadolini

    Voci correlate
    Governo Spadolini I
    Governo Spadolini II
    Crisi di Sigonella
    Lite delle comari
    Fondazione Spadolini Nuova Antologia
    Altri progetti
    Wikiquote
    Wikiquote contiene citazioni di o su Giovanni Spadolini
    Collegamenti esterni
    La crisi di Sigonella. Video da La storia siamo noi - Rai Educational
    Scalfaro: Spadolini resta con noi. Articolo di Corrado Ruggeri, dall'Archivio storico del Corriere della Sera


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