Gianfranco Goberti (71)

Informazioni di base:

  • Data di nascita: 19 Novembre 1939
  • Professione: Pittore
  • Luogo di nascita: Ferrara (FE)
  • Nazione: Italia
  • Gianfranco Goberti in Rete:

  • Wikipedia: Gianfranco Goberti su Wikipedia
  • Biografia:

    (estratta da Wikipedia)

    Gianfranco Goberti (Ferrara, 19 novembre 1939) è un pittore italiano.
    Ha compito gli studi all'Istituto d'arte Dosso Dossi di Ferrara e all'Accademia d'Arte di Bologna. Ha insegnato e diretto l'Istituto d'Arte Dosso Dossi di Ferrara. Esordisce nel panorama artistico italiano negli anni sessanta con riferimenti a Picasso e a Bacon. La sua ricerca si collocava a metà tra nuova figurazione e espressionismo astratto. Poi inserisce i suoi personaggi in ambienti domestici, dove compaiono due elementi che ciclicamente ritornano nella sua produzione: lo specchio e la poltrona. In seguito la figura lascia spazio agli oggetti e le poltrone a righe iniziano ad inscenare con gli specchi un gioco di riflessi. È il primo periodo optical figurativo, iniziato alla fine degli anni Sessanta. Nel 1980, su segnalazione di Gillo Dorfles, viene selezionato dal Catalogo Nazionale d'Arte Bolaffi (no. 15) assieme a Giulio Paolini, Valerio Adami, Lucio Bulgarelli, Cassano e Mimmo Paladino. Sue opere sono state pubblicate in varie edizioni del Catalogo Nazionale d'Arte Moderna Bolaffi: 1972 (pag. 165), 1973 (pag. 112), 1979 (pag. 140), 1981 (pag. 133), 1982 (pag. 303). Ha partecipato alla Fiera Internazionale di Bilbao, alla Quadriennale d'Arte di Roma, Rassegna Premio S. Fedele (Milano), Arte Fiera (Bologna), Altissima (Torino), Expo Arte (Bari), ArteExpo (Barcellona), LineArt (Gand), "La Venere svelata - La Venere di Urbino di Tiziano" (Bruxelles, Palais des Beaux-Arts, 10/10/2003-11/01/2004, Festival Internazionale EUROPALIA).


    Vittorio Sgarbi ha scritto di Goberti:


    "L’arte di Goberti è l’elemento che dovrebbe suscitare nuovo interesse nel nostro modo di vedere e di convivere con ciò che ci sta attorno? Forse la sua abilità tecnica? Risulta assolutamente imprescindibile dalle intenzioni dell’artista la capacità riproduttiva che è solo lo strumento operativo di un discorso di più ampia portata. In realtà, il tema dominante della pittura di Goberti è il rapporto tra l’arte e ciò che tradizionalmente è stato ritenuto il suo oggetto per antonomasia, la natura. Più ci si sforza di riprodurre con la massima fedeltà possibile le cose che comunemente abbiamo davanti agli occhi, compatibilmente con i mezzi tecnici messi a disposizione dell’artista, più le cose riprodotte risultano estranee al loro contesto di origine. Il Guanto e il Lavaschiena di Goberti sono perfetti fino all’ossessione, incredibilmente simili nell’aspetto agli oggetti reali, addirittura più veri del vero. Eppure non ci sogneremo mai di scambiarli per gli oggetti corrispondenti: i quadri di Goberti sono una cosa, la realtà un’altra. Non solo. Più l’artista analizza nel dettaglio la struttura dell’oggetto, cercando di andare oltre i confini delle apparenze convenzionali, più l’oggetto ci risulta estraneo. Il fatto è che la riproduzione, nel momento stesso in cui si offre ai nostri occhi, si pone sempre in un campo concettuale differente, quasi contrastante rispetto alla natura, malgrado che da essa trovi diretta ispirazione. In questo campo, l’arte, come riproduzione della natura, è soggetta a due grandi leggi: quella formale, in quanto essa comunica attraverso forme che simulano le naturali, e quella psicologica, in quanto la semplice scelta di un oggetto (non solo la modalità espressiva preferita per la sua riproduzione) riflette precisi stati d’animo, coscienza e mentalità dell’autore. L’arte, insomma, ha sempre un suo linguaggio specifico e una sostanza umana anche quando vorrebbe mimetizzarsi nella natura. È questa la lezione, la revisione nel nostro modo di essere nel mondo che ci propone Gianfranco Goberti. Vi sembra poco?"

    Vittorio Sgarbi ha scritto di Goberti:

    "Come Domenico Gnoli, Goberti riproduce con meticolosa precisione le trame strutturali di oggetti d’uso comune, riuscendo quasi in esiti più realistici nella resa dell’irregolarità della materia di quanto non facesse lo stesso Gnoli."

    Vittorio Sgarbi ha scritto di Goberti:

    "Per Goberti la corda è come il Santo per un pittore del Quattrocento; è il pretesto per la ricerca formale; e si può forse dire che c'è qualcosa di ferrarese nella poetica di Goberti. Non è casuale che la sua corda sia prevalentemente in tensione fino, non di rado, a strapparsi, in una deflagrazione che, sul piano formale, è prima di tutto, deflagrazione del segno. Tanto più che Goberti ricorre spesso a scompartimenti dei suoi dipinti in trittici nei cui punti di giuntura la corda non si interrompe e non si spezza."

    Vittoria Coen, ne "Il nodo e il colore uniforme" (Venere svelata. Venere di Urbino di Tiziano), ha scritto di Goberti:

    "Gianfranco Goberti, più recentemente, annoda corde, le lacera, a volte, le intreccia come legami d'amore, le celebra (Grande nodo). Il nodo viene assunto in una sorta di ideologizzazione."

    James Rosen ha scritto di Goberti:

    "Gianfranco Goberti instaura la continuità della vita attraverso i tempi dell'arte. Lui costruisce una mappa del territorio e la mappa stessa diventa territorio. Dipinge colori e linee come un cartografo disegna un paese. Ogni linea genera lo spazio che la circonda. Un insieme di linee (o un intervallo) ci da l'illusione dello spazio. Ogni variazione di colore ci da una variazione nel ritmo dello spazio."

    Mostre personali
    1959 - Teatro Comunale, Ferrara
    1961 - Il Chiostro di San Romano, Ferrara
    1962 - Galleria Panfilio, Ferrara
    1963 - Galleria Benedetti, Legnago
    1967 - Galleria Due Mondi, Roma; Galleria Il Saggittario, Bari; Galleria Duemila, Bologna
    1969 - Galleria San Vitale, Ravenna
    1970 - Galleria il Taghetto, Venezia
    1971 - Galleria Carbonesi, Bologna
    1972 - Galleria Estense, Ferrara
    1977 - Galleria Duemila, Bologna
    1978 - Galleria Schubert, Milano; Accademia dei Concordi, Rovigo
    1979 - Galleria Ipermedia, Ferrara
    1983 - Galleria Andromeda, Trento; Drazek Art Gallery, Monaco di Baviera
    1984 - Galleria Schubert, Milano; Palazzo Del Governo, Pesaro; Galleria Civica, Codigoro; Palazzo Diamanti, Ferrara
    1985 - Galleria Spazio Uno, Madaloni
    1986 - Palazzo Pretorio, Certaldo; Palazzo Ducale, Urbino
    1987 - Galleria Schubert, Milano
    1989 - Rocca Possente, Stellata, Bondeno; Palazzo del Governatore, Cento
    1990 - Palazzo Comunale Nonantola; Galleria Cristina Busi, Chiavari; Galleria Dosso Dossi, Ferrara
    1992 - Galleria Schubert, Milano
    1994 - Galleria L'Ariete, Bologna; Galleria Schubert, Milano
    1996 - Galerie BSMD, "La Decouverte", Parigi
    1996 - Galleria Schubert, Milano
    1997 - Galleria Gnaccarini, Bologna
    1997 - Sala Comunale "O. Marchesi", Copparo
    1998 - Galleria Schubert, Milano
    2000 - BezaArte, Ferrara
    2001 - Galleria "Conforti", Cava dei Tirreni, Salerno
    2001 - Galleria "Schubert", Milano
    2002 - Galleria "Roggia Grande", Trento
    2002 - Galleria "Fantasio & Joe", Lucca
    2002 - Delizia del Verginese, Portomaggiore, Ferrara
    2004 - Galleria "Del Carbone", Ferrara
    2005 - Galleria "Palestro" , Ferrara
    2005 - Galleria "Dosso Dossi", Ferrara
    2008 - Galleria Arte Antica Bruschelli, Perugia


    Bibliografia
    Vittorio Sgarbi, catalogo Palazzo Ducale, Urbino, 1985.
    Vittorio Sgarbi, Gli assenti hanno sempre ragione. L'Europeo, 12 luglio 1986.
    Vittorio Sgarbi, catalogo Galleria Schubert, Milano 1987.
    Vittorio Sgarbi, Goberti Rosen, catalogo Rocca Possente di Stellata, 1989.
    Vittorio Sgarbi, Gianfranco Goberti, tra reale e irreale, Art Leader, gennaio - febbraio 1992.
    Vittorio Sgarbi, ll nostro modo di essere nel mondo, Grazia, 12 febbraio 1995.
    Vittorio Sgarbi, La tensione lineare di Goberti, L'ltaliano, Silvia Di Stefano, GB progetti, giugno 1996.
    Vittorio Sgarbi, Le trame della pittura, Quadri e Sculture, dicembre 1996 - gennaio 1997.
    Rapidofine Bologna, Grafis 1986.
    Maria Luce Tommasi, Quei nodi inestricabili che stanno dentro di noi: una grande mostra di Goberti a Urbino, Ferrara, n. 5, 1986.
    Lucio Scardino, Officinaottanta, Ferrara, Liberty House, 1986.
    GabrieleTurola, Goberti, ironia graffiante per discutere il concetto di realtà, Ferrara, n. 8/9, 1987.
    Natalia Aspesi, Tra Matti e Bagatti, La Repubblica, 19 settembre 1987.
    Lucio Scardino, Per Schifanoia, Ferrara, Liberty House, 1987.
    Franco Solmi, ll tarocco come espressione d'arte, in Le Carte di Corte, La Nuova Alfa Editoriale, 1987.
    Lauro Manni, Goberti: trent'anni di avanguardia, La Piazza, n. 12, 1988.
    King, mensile, ottobre 1989
    Eleonora Di cicco, Il tappeto come opera d'arte, Interni Annual, 1989.
    Bernard Wider, Goberti pittore ferrarese, catalogo Rocca Possente di Stellata, 1989.
    Fausto Gozzi, Intervista a Goberti in polaroid, catalogo Rocca Possente di Stellata, 1989.
    Oreste Zoboli, Goberti, Rosen, La Nuova Gazzetta di Modena, 17 gennaio 1990.
    Gilberto Pellizzola, catalogo Galleria Cristina Busi, Chiavari, 1990.
    Antonio Carbè, Goberti, la corda del desiderio, Leadership Medica, n. 1,1993.
    Lorenzo Bonini, catalogo Galleria L'Ariete, Bologna, 1994.
    Lorenzo Bonini, catalogo Galleria Schubert, Milano, 1994.
    Roberto Vitali, Mongolfiera, periodico, Bologna, 4 marzo 1994.
    Lorenzo Bonini, Colloquio con un artista del nostro tempo, Art Leader, n. 17, marzo - aprile 1994.
    Flaminio Gualdoni, catalogo Padiglione Arte Contemporanea, Ferrara, 1994-95.


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