Giancarlo Antognoni (56)
Informazioni di base:
Giancarlo Antognoni in Rete:
Biografia:
(estratta da Wikipedia)Giancarlo Antognoni (Marsciano, 1 aprile 1954) è un ex calciatore italiano famoso per la sua carriera nella Fiorentina e nella nazionale a cavallo degli anni settanta e ottanta.
E' considerato, senza dubbio, l'unica vera "bandiera" della Fiorentina.
Il calciatore
Centrocampista con compiti di regia Antognoni fu l'idolo indiscusso della Fiorentina. Ambidestro, ampia ed elegante falcata, incedere a testa alta, precisione nel lancio (celeberrimi i suoi cross da venti, trenta metri sui piedi del compagno smarcato) grande visione di gioco, abilità nei calci da fermo (anche se per sua stessa ammissione, con un maggiore allenamento, avrebbe potuto migliorare il suo già valido "score") queste erano le sue caratteristiche principali. Antognoni segnava meno dei "10" classici, tipo Gianni Rivera, ma aveva una caratura atletica superiore, che ne faceva un giocatore di tipo moderno. La sua classe non venne mai messa in discussione all'estero, dove viene annoverato fra i fuoriclasse degli anni settanta, né da Enzo Bearzot che resistendo a critiche fortissime da parte della stampa (che avrebbe voluto in azzurro Evaristo Beccalossi, Renato Zaccarelli e in seguito Giuseppe Dossena) difese sempre il numero 10 viola affidandogli le chiavi del centrocampo azzurro.
La Carriera
Giancarlo Antognoni con la tuta dell'Asti-Ma.co.bi.
La Fiorentina acquistò Antognoni dall'Asti Ma.co.bi, squadra piemontese di serie D, nel 1972 per una cifra da capogiro (435 milioni dell'epoca). Il presidente viola Ugolino Ugolini riuscì in una vera e propria impresa, dato che il sodalizio astigiano era una società satellite del Torino e che i granata avevano già messo gli occhi sul giovane talento umbro.
L'esordio in Serie A avvenne a Verona, il 15 ottobre 1972, quando Antognoni aveva 18 anni e mezzo. Antognoni scese in campo con una, per lui insolita, maglia numero 7 incantando spettatori e critica ( fu in quell'occasione che Vladimiro Caminiti coniò per lui la poetica definizione "Il ragazzo che gioca guardando le stelle"). Niels Liedholm, all'epoca tecnico gigliato, aveva una profonda fiducia nei mezzi del ragazzo e in un'intervista a La Nazione del 16 ottobre 1972, a chi si lanciava in arditi e rischiosi paragoni con Rivera rispose "Speriamo che diventi se stesso, cioè quello che promette di essere".
Negli anni settanta e per metà degli anni ottanta "Antonio" (come venne ribattezzato dai tifosi viola), ereditata da Brizi e da Ennio Pellegrini la fascia di capitano, fu il simbolo indiscusso della Fiorentina.
Acquistato assieme ad una sfortunata nidiata di talenti Moreno Roggi, Mimmo Caso, Vincenzo Guerini e Claudio Desolati destinata ad essere il telaio della squadra viola del decennio, ma falcidiata da gravissimi infortuni (Guerini fu costretto a lasciare il calcio a seguito di un incidente automobilistico), Antognoni, si trovò ad essere il leader di squadre volenterose ma povere tecnicamente, che riuscivano ad uscire dalla mediocrità solo grazie alle sue giocate. Fu proprio negli anni Settanta, tuttavia, che Antognoni colse il suo primo ed unico alloro in maglia viola: la coppa Italia conquistata nella finale di Roma vinta 3 a 2 contro il Milan.
Antognoni con la maglia della Fiorentina
Solo a partire dagli anni Ottanta, con l'acquisto della Fiorentina da parte della famiglia Pontello, Antognoni poté mettere il proprio talento al servizio di una compagine all'altezza. Giunsero in viola campioni quali Passarella e Bertoni, Pecci, Oriali e Graziani, giovani promesse quali Massaro e Monelli. Tuttavia fu la sfortuna ad accanirsi contro il numero 10 viola, che nel 1981, in uno scontro di gioco con il portiere del Genoa Silvano Martina, riportò una frattura alle ossa craniche, che fece temere per la sua stessa vita. Tre anni dopo fu uno scontro con Luca Pellegrini della Sampdoria a causargli la frattura scomposta di tibia e perone e ad allontanarlo per molti mesi dai campi di gioco. In entrambi i casi la sorte privò la squadra viola dal suo capitano in stagioni in cui questa era competitiva per il titolo nazionale.
Al rientro in campo dopo il secondo infortunio, Antognoni fu al centro di malintesi tattici con il tecnico viola Aldo Agroppi, che gli preferiva sovente il giovane Onorati. La polemica dilagò a tal punto in città che il tecnico subì un'aggressione da parte di tifosi viola inferociti. Nel 1986-87, assieme a Ramon Diaz, Antognoni, seppur acciaccato, guidò una Fiorentina di giovanissimi (Berti, Di Chiara, Baggio, Gelsi, Rocchigiani) e "vecchie glorie" (Oriali, Gentile, Maldera) e depauperata dei suoi campioni, ad una difficile salvezza in campionato, svezzando la promessa Roberto Baggio e regalando il suo "canto del cigno" con la splendida prestazione offerta nella gara casalinga vinta dai viola contro il Napoli di Maradona, futuro campione d'Italia. Al termine della stagione, dopo 341 incontri e 61 reti, Antognoni lasciò la Fiorentina per accasarsi alla squadra svizzera del Losanna, dove disputò due stagioni, sempre sotto gli occhi di un drappello di tifosi viola che si mobilitava per andare a seguirlo in terra elvetica.
Il 25 aprile 1989 Antognoni lasciò il calcio giocato. Per la gara di addio si stiparono in uno Stadio Comunale di Firenze in rifacimento 35mila tifosi, ai quali Antognoni regalò uno struggente giro di campo.
Nazionale
Antognoni ha vestito per 73 volte la maglia della nazionale italiana (7 reti segnate) esordendo il 20 novembre 1974, Olanda - Italia 3-1, e chiudendo a Praga nella partita persa 2-0 contro la Cecoslovacchia il 16 novembre 1983. Resta a tutt'oggi il giocatore che ha disputato più gare con la maglia azzurra numero 10. La sfortuna, costante della sua carriera di calciatore, segnò il suo rapporto con le rassegne iridate. Nel 1978, in Argentina il suo mondiale venne compromesso dalla tarsalgia. Quattro anni più tardi, in Spagna si laureò campione del mondo giocando un mondiale ad altissimi livelli. Contro il Brasile, disputò probabilmente la sua gara migliore in azzurro, segnando una rete, quella del 4-2, annullata per un fuorigioco inesistente. Un'entrata del polacco Władysław Żmuda nella semifinale, lo privò della gioia di scendere in campo nella finale di Madrid.
Cronologia presenze e reti in Nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in Nazionale - Italia
Il dirigente
Rientrato a Firenze Antognoni accettò le offerte della società viola percorrendo la trafila negli incarichi sotto la gestione dei Cecchi Gori, Mario, prima e Vittorio poi, fino a divenire il Direttore Generale, e assumendo assieme a Luciano Chiarugi la responsabilità tecnica della squadra al termine della stagione 1992-93, culminata con la retrocessione dei viola. A lui si debbono scelte di talenti, fra i quali Rui Costa, e di allenatori, quali Alberto Malesani e Fatih Terim. In seguito alla mancata conferma di quest'ultimo e in polemica col presidente presentava le proprie dimissioni nel 2001, sancendo un distacco dal mondo del calcio per dedicarsi ad attività personali.
Dopo un problema di salute superato brillantemente, la federazione nell'anno calcistico corrente gli offre un incarico nell'ambito delle nazionali giovanili, attività che attualmente svolge. Antonio, mercoledi 8 Ottobre 2008, ha rinnovato il suo rapporto indistruttibile con la città di Firenze. Infatti, nonostante si trovasse all'estero, per il suo incarico da dirigente, Giancarlo ha raggiunto lo Stadio Artemio Franchi, dove si giocava l'amichevole benefica tra Fiorentina e Milan per Stefano Borgonovo, a partita iniziata, ed è subito sceso in campo tra una miriade di cori ed applausi.
Curiosità
Antognoni ha partecipato insieme a Paolo Rossi al film Lucignolo di Massimo Ceccherini, recitando come personaggio secondario. Inoltre è stato citato all'interno delle canzoni "Nuntereggae più" di Rino Gaetano del 1978 e "Firenze Santa Maria Novella" di Pupo.
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