George Washington (1732-1799)

Informazioni di base:

  • Scomparso nel: 1799
  • Data di nascita: 22 Febbraio 1732
  • Professione: Politico
  • Luogo di nascita: Bridges Creek
  • Nazione: Stati Uniti
  • George Washington in Rete:

  • Wikipedia: George Washington su Wikipedia
  • Biografia:

    (estratta da Wikipedia)

    Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo film del 2000, vedi George Washington (film).
    George Washington (Bridges Creek, 22 febbraio 1732 – Mount Vernon (Virginia), 14 dicembre 1799) è stato un politico e militare statunitense. Fu comandante dell'esercito statunitense nella guerra di indipendenza americana (1775–1783) ed è divenuto in seguito il primo Presidente degli Stati Uniti d'America (1789 - 1797). È considerato uno dei grandi padri fondatori della nazione, ed il suo volto è ritratto sul Monte Rushmore, insieme a quello di Abramo Lincoln, Thomas Jefferson e Theodore Roosevelt. Ha anche ricoperto la carica di presidente nel 1787 della Convenzione per la Costituzione.

    Gioventù
    Una carta topografica fatta da George Washington.
    Sally Fairfax
    George Washington nacque a Bridges Creek, il 22 febbraio 1732. in una famiglia abbastanza benestante. Il padre era un proprietario terriero che però morì quando George aveva 12 anni. Furono quindi la madre Mary Ball e il fratello Lawrence a provvedere all'educazione del giovane George Washington, dopo la morte del padre, il quale fino ad allora si era preso l'onere di questo compito.
    Fino all'età di 15 anni frequentò la scuola presso Williamsburg dove ricevette una educazione di base. Ciò nonostante si dimostrò da subito molto portato per le materie matematiche, fatto che lo spinse probabilmente ad intraprendere gli studi di geometra. Dal 1749 in poi lavorò per un certo periodo come geometra nei pressi di Shenandoah in Pennsylvania. Del suo lavoro di geometra ci sono state tramandate alcune carte topografiche che ha fatto nel corso dei suoi lavori. Durante questa esperienza lavorativa Washington accumulò esperienze importanti per quanto riguarda l'organizzazione e l'interazione tra persone, ma fece anche la conoscenza di persone importanti. Prima tra tutte la figlia del ricco terriero Fairfax, Sarah Cary Fairfax nota anche con il nome di Sally Fairfax, che non solo ebbe grande influsso su molte decisioni di Washington e sulla sua educazione, ma che fu probabilmente la sua più intima amica per tutta la sua vita. Washington infatti non aveva goduto di una educazione particolarmente raffinata, fatto che gli procurò non pochi problemi negli ambienti della aristocrazia di quel tempo. Consapevole di questa pecca la famiglia Fairfax, che vedeva il giovane George come un membro della famiglia, investì molto nella educazione di Washington spronandolo a cimentarsi con i testi dei filosofi latini e curando sopratutto la sua educazione nelle materie umanistiche.
    Sempre durante questo periodo deve poi aver sviluppato l'ambizione di divenire un grande proprietario terriero, dal momento che nel 1752 acquistò la sua prima proprietà. Sempre nel corso della stesso anno il fratello di Washington, Lawrence Washington, sposò Anne Fairfax, la sorella maggiore di Sally Fairfax, facendo divenire anche George Washington un membro della famiglia Fairfax. Successivamente però, alcuni mesi dopo il matrimonio, Lawrence Washington si ammalò di tubercolosi e morì nel giro di poche settimane. George Washington ereditò così la proprietà di famiglia a Mount Vernon che si estendeva su ben 2126 acri e sempre nello stesso anno si arruolò nella milizia della Virginia che difendeva le colonie dagli attacchi degli indiani e dei francesi (guerra franco-indiana).
    Poiché veniva da una famiglia abbastanza agiata ottenne il grado di maggiore. Dopo la morte del fratello Lawrence, George instaurò una amicizia molto stretta con Sally Fairfax. Seguirà quindi un frequente scambio di lettere negli anni avvenire del quale però non sappiamo molto, dal momento che Washington dopo aver letto le lettere, per paura di cadere vittima di pettegolezzi, le bruciava. Questo scambio di lettere durerà fino a 25 anni dopo il loro ultimo incontro avvenuto nel 1773, prima che Sally Fairfax lasciasse l'America per trasferirsi in Inghilterra.
    La carriera militare di Washington
    George Washington ritratto da Trumbull nel 1780
    Con l'arrivo dalla madrepatria del generale Edward Braddock il giovane George Washington fu nominato aiutante di campo. Questa esperienza fu probabilmente fondamentale per Washington che iniziò qui a sentirsi come un "americano" e non un inglese, cittadino di una madrepatria lontana che non aveva mai neanche visto. In uno scontro armato il generale Braddock fu ferito e l'assemblea della Virginia affidò a Washington la difesa della frontiera. Ottenne il grado di colonnello e a soli 23 anni aveva dunque già una notevole esperienza militare. A cavallo tra il 1753 ed il 1754 fu successivamente incaricato dal vicegovernatore della Virginia Robert Dinwiddie a partecipare alla Ohio Company, una spedizione di miliziani che aveva come missione quella di contrastare l'espansione dei domini francesi nell'area dei grandi laghi. Dopo che questa iniziativa era clamorosamente fallita Dinwiddie lo mise al comando di una piccola unità di miliziani con il compito di controllare le attività dei francesi lungo la frontiera della Virginia. Durante quel periodo Washington fece erigere una serie di forti lungo la linea di confine. Nel maggio del 1754 l'unità di miliziani di Washington fu infine coinvolta nei pressi di Jumonville in uno scontro a fuoco con dei soldati francesi e in quella occasione un ufficiale francese fu ucciso. Nonostante la vittoria iniziale il forte nel quale si trovava Washington fu assediato dai francesi e i miliziani furono costretti a liberare il forte dopo la loro resa, che passò dunque in mano francese. Tale evento fu quindi anche la causa della guerra tra la Francia e le Colonie inglesi in America, nota anche con il nome di guerra franco-indiana che durò dal 1756 fino al 1763.
    Dopo questa esperienza Washington partecipò anche alla battaglia di Monongahela, dove nonostante la sconfitta che dovette subire, dimostrò sangue freddo e notevoli capacità di coordinamento, senza mostrare segni di nervosismo anche dopo che tre cavalli sui quali era salito in sella erano stati uccisi nelle varie fasi della battaglia. Nel 1758 ebbe infine un ruolo centrale nella cattura del forte francese Duquesne, nei pressi della odierna Pittsburgh e nel 1759 fu congedato su sua richiesta dal servizio nella milizia.
    Il periodo tra le due guerre
    Martha Dandridge Custis
    Finita la guerra con la Francia il giovane George tornò a Mount Vernon dove si dedicò nuovamente ai suoi interessi. Durante questo periodo si fidanzò ben due volte prima di conoscere la sua futura moglie Martha Dandridge Custis, la vedova di un ricco uomo morto qualche anno addietro. Se pure Martha Dandridge Custis non fosse una donna attraente, certamente il suo patrimonio che fu successivamente stimato avere un valore di 100.000$ (all'epoca il dollaro non esisteva ancora) deve aver avuto un ruolo importante, come deve aver avuto un ruolo importante le pressioni che esercitò Sally Fairfax affinché egli sposasse la vedova Custis. Fu infine proprio Sally a commissionare i restauri alla tenuta di Mount Vernon dove la coppia si sarebbe poi trasferita. Da alcune lettere inviate da Washington a Sally Fairafx sappiamo che più volte era stato sul punto di rompere il fidanzamento, ma che probabilmente Sally lo avesse dissuaso dal farlo.
    Dopo il matrimonio, il 6 gennaio 1759 la coppia si trasferì alla tenuta di Mount Vernon, che nel frattempo era stata restaurata. La coppia non ebbe figli, ma Washington adottò John e Martha, i figli che Martha ebbe dal precedente matrimonio. Nonostante lo stretto legame sentimentale che aveva con Sally, il matrimonio con Martha Dandridge Custis fu un matrimonio riuscito e la famiglia trascorse in modo felice questi anni. In seguito al matrimonio Washington era divenuto uno degli uomini più ricchi della Virginia. Dal 1752 ricoprì il posto di deputato e di giudice di pace a Fredericksburg. Nel 1773 Washington incontrò per l'ultima volta Sally Fairfax, che lasciò lo stesso anno l'America per trasferirsi con suo marito in Inghilterra. Nel 1774 Washington divenne infine deputato del congresso continentale.
    La guerra di indipendenza
    L'attraversamento del Daleware River nel 1776, un ritratto di Emanuel Leutze
    Eletto nel Parlamento della Virginia conobbe fra gli altri Thomas Jefferson e udì i dibattiti sulle divergenze fra Gran Bretagna e colonie d'oltremare. Nel 1774, dopo i drammatici fatti del porto di Boston, Washington, fu nominato dal allora governatore del Maryland Thomas Jefferson deputato del congresso continentale e l'anno seguente il 15 giugno 1775 su richiesta dello stesso presidente del congresso continentale John Hancock fu nominato capo in comando delle forze ribelli.
    Nonostante avesse una certa esperienza con la milizia della Virginia, il futuro presidente disponeva di un esercito mal preparato, poco professionale e decisamente inferiore all'esercito inglese, che spinse inizialmente i generali inglesi a sottovalutare le potenzialitá dei loro avversari. Ciò nonostante Washington non fu peró mai un grande stratega ma fu semmai un grande organizzatore, capace di impiegare bene le risorse a sua disposizione riorganizzando la milizia in modo efficiente.
    Consapevole di trovarsi di fronte ad un nemico meglio equipaggiato e preparato, Washington evitò gli scontri in campo aperto, nei quali avrebbe probabilmente avuto la peggio ma logorò gli inglesi con attacchi a sorpresa.
    George Washington e il marchese La Fayette ritratti da John Ward Dunsmore
    Per ben 7 anni riuscì a tenere unito l'esercito rivoluzionario e durante questo periodo si diede molto da fare per migliorare l'equipaggiamento del suo esercito chiedendo ripetutamente nuovi fondi al congresso continentale.
    Per quanto riguarda la scelta del suo staff e delle persone che lo assistevano George Washington era particolarmente pignolo. Da quanto riferito pretendeva dalle persone che lo circondavano grande autocontrollo e grande disciplina, anche se in caso di necessità non esitava a ricorrere all'aiuto di persone quali Friedrich Wilhelm von Steuben, Richard Gridley, Horatio Gates o Artemas Ward, che dal suo punto di vista per un motivo o per l'altro non vantavano queste caratteristiche.
    Dopo aver resistito con successo agli inglesi nella sconfitta di misura nota come Battaglia di Bunker Hill (Boston) e aver poi subito un altro rovescio nella battaglia di Long Island nel 1776 fu costretto a fare arretrare le truppe nei pressi di Valley Forge al di fuori della portata delle truppe inglesi. Il 26 dicembre dello stesso anno attraversò quindi a capo delle truppe della milizia il fiume Delaware, sconfiggendo le truppe inglesi a Trenton in New Jersey e l'anno seguente il generale Gates e il comandante della milizia Benedict Arnold sconfissero gli inglesi nella battaglia di Saratoga, guadagnandosi il riconoscimento da parte della Francia, che darà in seguito un supporto importante alle forze della milizia.
    Nel 1781 Washington riuscì infine con l'aiuto delle truppe francesi condotte dal marchese La Fayette a sconfiggere le truppe del generale inglese Charles Cornwallis nella battaglia di Yorktown, ponendo di fatto fine alle ambizioni inglesi di dominare i territori del congresso continentale. Nel trattato di Parigi del 1783 la corona inglese riconobbe l'indipendenza delle colonie ponendo così di fatto fine alla guerra di indipendenza.
    La Convenzione di Filadelfia
    Immagine che ritrae deputati che sottoscrivono la costituzione degli Stati Uniti
    Dal maggio del 1787 fino al settembre dello stesso anno si riunì il congresso continentale a Filadelfia e tra i 54 deputati che vi parteciparono c'era anche George Washington, che ben presto ricoprì il posto di presidente del congresso. Nonostante Washington non prendesse per consuetudine in veste di presidente del congresso posizione nei dibattiti, fu uno dei maggiori fautori di un potere esecutivo forte e di un sistema politico basato su due schieramenti.
    Ben presto fu poi anche avanzata da parte di alcuni deputati della Virginia la richiesta di una nuova costituzione. Le proposte avanzate si spinsero immediatamente nella direzione di una confederazione di tipo federale. Il prossimo problema da affrontare era quindi quello di come ripartire i voti dei singoli stati. Stati che avevano un numero elevato di abitanti erano a favore di un sistema nel quale il voto dei deputati si basasse sul numero degli abitanti dello stato che rappresentavano, mentre gli stati più piccoli erano propensi ad introdurre un sistema di voto nel quale il voto di ogni singolo deputato avesse lo stesso peso. Alla fine per accontentare entrambe le fazioni, si trovò una soluzione che avrebbe dovuto accontentare tutti. Da un lato si decise di dare lo stesso valore al voto di tutti i deputati, imponendo che il numero di deputati dipendesse dal numero degli abitanti dello stato che essi rappresentavano, mentre il numero di senatori era fissato per tutti gli stati con due senatori per ogni stato. Questa soluzione a metà si rese necessaria dopo che il voto dello stato di New York a favore della proposta avanzata dagli stati più piccoli, aveva portato ad una situazione di quasi parità tra gli schieramenti. Un nodo importante che all'epoca non fu perfettamente chiarito riguardava gli schiavi, che da un lato venivano conteggiati come singoli cittadini ma che dall'altro non godevano di nessun diritto . Specialmente gli stati del sud che impiegavano molti schiavi nelle piantagioni vollero che ogni singolo schiavo contasse come un singolo cittadino, mentre gli stati del nord erano contrari a conteggiarli come cittadini, dal momento che erano privi di diritti. Alla fine per scongiurare il pericolo di una secessione ci si accordò che cinque schiavi contassero come tre cittadini.
    La richiesta di Washington di un potere esecutivo forte fu quindi infine accolta dal congresso concentrando gli sforzi nella creazione di un sistema presidenziale nel quale il presidente stesso godeva di poteri di veto e di poteri più forti rispetto a quelli dei singoli governatori. Il presidente aveva quindi il comando su tutte le forze armate e aveva il potere di nominare i giudici della corte suprema. Inoltre nella proposta iniziale era previsto che analogamente a quanto avveniva in una monarchia, il presidente ricoprisse la sua carica a vita.
    La presidenza
    Dopo la ratifica della costituzione americana da parte di tutti i tredici stati federali, il collegio Elettorale degli Stati Uniti avviò la procedura per la prima elezione del presidente. Il 4 febbraio 1789 George Washington divenne così il primo presidente degli Stati Uniti d'America e fu l'unico nella storia degli Stati Uniti ad essere eletto senza un unico voto contrario. Dopo essere stato confermato dal senato come nuovo presidente, Washington si recò a New York, presso la Federal Hall, dove gli verranno conferiti ufficialmente i poteri di presidente degli Stati Uniti ed il 30 aprile 1789, otto giorni dopo la conferma del senato, prestò il giuramento sul balcone della Federal Hall.
    Immagine della Federal Hall
    Il 1º Congresso degli Stati Uniti d'America stabilì per il presidente uno stipendio annuo di 25.000 dollari (una somma ingente nel 1789). Washington, già benestante, rinunciò al compenso. Tuttavia, dopo insistenze del Congresso, alla fine lo accettò in quanto non si voleva dare l'impressione che solo persone di censo elevato potessero accedere alla presidenza.
    Non essendovi precedenti Washington dovette inventarsi e stabilire tutti i cerimoniali relativi al suo servizio che poi sarebbero stati adottati dai suoi successori. Una delle sue preoccupazioni era quella di non adottare procedure che ricordassero le corti reali europee ma che meglio si adattassero ad una democrazia. Ad esempio decise di utilizzare per sé stesso il titolo di "Mr. President" (Signor Presidente) rispetto ad altre alternative più pompose.
    Fu da subito chiaro sia a Washington che al suo staff che il suo mandato sarebbe stato con tutta probabilità uno dei mandati più importanti se non il più importante nella storia degli Stati Uniti. Le decisioni prese da Washington furono quindi prese in modo particolarmente prudente e dopo una attenta riflessione, sapendo che il suo operato sarebbe servito da esempio ai futuri presidenti.
    Per quanto invece riguarda la sua famiglia, la nomina a presidente fu una delusione sopratutto per sua moglie Martha che era convinta di tornare a fare la vita che faceva prima della guerra di indipendenza. Ciò nonostante svolse in modo più che egregio il suo compito di First Lady, intrattenendo gli ospiti e organizzando le formalità nei ricevimenti, quando suo marito era troppo preso dalle faccende politiche.
    George Washington ritratto da Gilbert Stuart nel 1796
    Il 25 febbraio 1789 si riunì per la prima volta il neoletto gabinetto per discutere le politiche da mettere in atto per quanto riguarda la politica interna e la politica degli esteri. Durante tutto il suo mandato Washington concentrò i suoi sforzi per quanto riguarda la politica interna nel preservare i privilegi e gli interessi dei latifondisti e dei grandi proprietari terrieri, nonché della aristocrazia, fatto che non dovrebbe meravigliare dal momento che lui stesso proveniva da una élite economica.
    Per quanto riguarda invece la politica degli esteri, Washington tentò per quanto possibile di mantenere una posizione neutrale e cercò di ricevere da quanti più stati possibili il riconoscimento della neofondata nazione. L'atteggiamento passivo di Washington dopo la rivoluzione francese, in seguito alle tensioni createsi tra Francia e Gran Bretagna, furono alla base di pesanti critiche sia della popolazione americana che dell'ambasciatore francese Edmond Charles Genêt, che aveva invece incitato la popolazione americana ad insorgere nuovamente nei confronti degli inglesi attaccando le navi mercantili che navigavano sotto costa.
    Il 20 febbraio 1792, firmando il Postal Service Act, fondò il Dipartimento dell'Ufficio Postale degli Stati Uniti e sempre nel 1792 fu riconfermato nella carica di presidente degli stati uniti con solo tre deputati astenuti e neanche un voto contrario.
    Nel 1793 si trovò in fine a dover reprimere una rivolta nello stato della Pennsylvania causata dalla introduzione di due anni addietro di una tassa sulle bottiglie di Whisky. Per ripristinare l'ordine nello stato della Pennsylvania dovette inviare ben 13000 soldati.
    Dopo che nel 1797 andò a termine anche il suo secondo mandato di presidente degli Stati Uniti fu rieletto nuovamente, ma rifiutò il terzo mandato sostenendo, come poi avrebbe fatto anche Jefferson, che era pericoloso accentrare il potere per troppo tempo nelle mani di un solo uomo.

    Washington si ritirò quindi completamente dalla vita politica. L'anno seguente però, quando i rapporti tra Francia e Stati Uniti si inasprirono, al fine di evitare una guerra tra i due paesi, il nuovo presidente John Adams lo nominò capo in comando delle forze armate. Washington accettò l'incarico se pure alla fine la sua nomina si rivelò superflua in quanto i rapporti tra i due paesi si distesero e il pericolo di una guerra fu scongiurato.
    Durante il suo periodo di mandato ai tredici stati federali originari si aggiunsero altri cinque, che erano lo stato del North Carolina, lo stato di Rhode Island, lo stato del Vermont, lo stato del Kentucky e lo stato del Tennessee.
    Vita privata
    Washington a Mount Vernon, Litografia fatta da Régnier nel 1853
    Al riguardo della sua vita privata non c'è molto da dire in quanto tutti gli anni più importanti della sua vita, Washington li dedicò al servizio alla nazione, lasciandoli poco tempo per la sua vita privata. Ciò nonostante su alcune vicende che lo riguardano circolano degli interessanti aneddoti.
    Primo tra tutti un aneddoto che dovrebbe dimostrare l'onestà del giovane Washington, e che fu pubblicato da un pastore anglicano di nome Mason Weems in un libro per bambini. Secondo quanto riferito il giovane Washington avrebbe abbattuto all'età di otto anni un ciliegio del padre per provare l'ascia ricevuta in regalo il giorno prima. Una volta abbattuto l'albero, il padre accortosi che il ciliegio era stato tagliato, avrebbe chiesto al figlio perché lo aveva fatto. Washington in tutta tranquillità replicò semplicemente: „I can not tell a lie, it was me who chopped down the cherry tree,“ che tradotto vorrebbe dire, "non posso mentire, sono stato io ad abbattere il ciliegio".
    Altrettanto famosa è la vastissima collezione di dentiere che il presidente si fece fare, in quanto già dal ventiquattresimo anno di età in poi cominciò a perdere in modo sistematico tutti i denti, fatto che probabilmente è imputabile alla dieta ricca di zuccheri dell'epoca. A tutto ciò si aggiunse anche il fatto che Washington non era di costituzione robusta, e che da bambino aveva sofferto sia di difterite, sia di tubercolosi.
    Infine per quanto riguarda il suo operato, egli stesso non lo definì mai come un privilegio bensì come un dovere, al quale si sarebbe sottratto volentieri. Contrariamente a molti dei suoi successori Washington non fu mai un uomo di popolo ma tenne sempre le distanze dalle grandi folle.
    Gli ultimi anni di vita
    Ritiratosi a Mount Vernon dopo aver abbandonato la scena pubblica definitivamente, George Washington morì il 14 dicembre 1799. Il 12 dicembre 1799, Washington fece una lunga ed estenuante ispezione alla sua fattoria nonostante le pessime condizioni meteorologiche di quei giorni, rimanendo espsosto per molte ore al freddo e ad una pioggia ghiacciata. Rientrato a casa solo in tarda serata non cambiò neanche i suoi abiti fradici prima di cenare. Il giorno successivo Washington si sveglio con i sintomi di una forte influenza e con la febbre alta. La laringite che ne conseguì ed il peggioramento delle sue condizioni nei giorni successivi ne causarono la morte.
    Durante la sua vita aveva accumulato una certa fortuna, che fu valutata attorno al milione di dollari. Nella sua tenuta aveva anche molti schiavi neri, ma non ne vendette mai uno, né ne acquistò altri. Infatti sperava che un giorno si sarebbe arrivati all'abolizione della schiavitù (come in seguito avvenne con Lincoln).
    Dopo la sua morte in suo onore gli statunitensi costruirono, non lontano da Mount Vernon, la nuova capitale della nazione, a cui fu dato il suo nome.
    Dopo la morte di Washington
    Immagine di George Washington su una banconota da un dollaro
    George Washington non ebbe mai la fortuna di vedere la nuova capitale della neo fondata nazione che avrebbe poi portato il suo nome. Ciò nonostante lo stesso Washington influenzò inconsapevolmente in modo decisivo la scelta dove erigere la nuova capitale. Fino al 1790 era stata New York la capitale degli Stati Uniti per poi divenire nuovamente Filadelfia. Quando si tentò quindi di prendere una decisione definitiva su quale città scegliere si creò un contenzioso senza fine tra i singoli stati che tentavano con tutti i mezzi a loro disposizione di imporre una delle loro città come nuova capitale. In questa situazione caotica poteva quindi capitare che tra un trasferimento e l'altro di tutti gli uffici amministrativi, a causa dei continui cambiamenti e delle continue incertezze, alcuni uffici rimanessero nella città nella quale si trovavano, mentre gli altri venissero spostati a centinaia di chilometri di distanza, rendendo il lavoro degli impiegati più difficile e molto più lento.
    Per porre fine a questa situazione il Congresso decise quindi con il Residence Act del 1790 di fondare una nuova città al di fuori del territorio di uno degli stati federali e si creò il District of Columbia, situato a sud della linea Dixon, sul quale sorgerà la capitale Washington D.C.. L'incarico di progettare la nuova città fu quindi assegnato da Washington in persona all'architetto francese Pierre Charles L'Enfant, che avviò i lavori nel 1791 per terminarli grosso modo nove anni più tardi nel 1800. Durante questo periodo fu usata come capitale Filadelfia dove già in precedenza si era riunito il congresso durante la convenzione di Filadelfia.
    Washington D.C. diverrà quindi la capitale degli Stati Uniti nel 1801, 2 anni dopo la morte di Washington.
    In seguito nel corso della storia degli Stati Uniti, molte organizzazioni, istituti, scuole, università e perfino uno stato porteranno in onore a Washington il nome del padre fondatore di questa nazione. Nel 1889 fu annesso il quarantaduesimo stato degli Sati Uniti, al quale fu dato il nome di Stato del Washington. In suo onore fu poi eretto nel 1848 dall'architetto Robert Mills a Washington D.C. il Washington Mounument, che per un breve periodo fu con i suoi 169 metri di altezza l'edificio più alto al mondo.
    Dal 1935 in poi tutti i biglietti da un dollaro portano il volto di Washington, e sempre in suo onore la marina statunitense ha battezzato sia la portaerei CVN-73 della classe Nimitz, che il sommergibile nucleare SSBN-589 con il suo nome.
    La massoneria
    George Washington fu anche uno dei principali esponenti della massoneria in America durante il suo periodo. Fu iniziato il 4 novembre 1752 nella Loggia "Fredericksburg", in Virginia e nel 1779 gli fu proposto il titolo di "Primo Worshipful Master". Ciò nonostante rifiutò la carica di Gran Maestro della neonata Loggia per tutti i Paesi del Commonwealth, proposta in un'assemblea delle logge della Virginia, tenutasi nel 1779.
    Nel 1778 fu eletto Maestro Venerabile della Loggia Alexandria, in Virginia, carica che mantenne ed esercitò fino alla sua morte.
    L'opinione di Washington riguardo la schiavitù
    La tenuta di Mount Vernon
    Come molti dei padri fondatori e come innumerevoli ricchi proprietari terrieri anche Washington possedeva molti schiavi. Washington acquisì i suoi primi schiavi al età di undici anni e nel corso della sua vita arrivò a possedere fino a 316 schiavi, a quali si aggiungevano 40 schiavi che aveva affittato ed ulteriori 153 schiavi di proprietà di sua moglie che se pure non appartenevano a lui, erano di fatto sotto il suo controllo. Come avveniva di consuetudine su tutte le piantagioni della Virginia gli schiavi dovevano lavorare dall'alba fino al tramonto e venivano alloggiati in abitazioni in precarie condizioni. Diverse furono le impressioni che ebbero i diversi visitatori che giunsero a Mount Vernon nel corso degli anni. Secondo alcuni Washington era uno dei proprietari più severi di tutta la zona mentre secondo altri egli trattava gli schiavi quasi al pari con i suoi concittadini."
    A partire dal primo periodo della guerra di indipendenza Washington iniziò a non vendere più i propri schiavi senza il loro consenso. Dopo aver sposato sua moglie Martha, la quale anche essa possedeva numerosi schiavi, molti degli schiavi di Washington si erano sposati con gli schiavi di sua moglie. Dal momento che Washington non poteva vendere gli schiavi di sua moglie, che formalmente non gli appartenevano, la vendita dei suoi schiavi ad altri proprietari terrieri avrebbe frantumato molte delle famiglie degli schiavi, fatto che persuase Washington dal rivendere i propri schiavi a nuovi proprietari. Secondo lo storico Henry Wiencek furono però principalmente i discorsi che Washington udì nel periodo della guerra di indipendenza che lo spinsero progressivamente ad una nuova e più umana visione della schiavitù. Sempre durante il periodo della guerra di indipendenza, vincolato dal fatto di non poter vendere molti dei suoi schiavi a causa del fatto che avevano sposato altri schiavi di proprietà di sua moglie e non essendo riuscito a convincere Martha a cederli, espresse di fronte al fatto di trovarsi di fronte ad una popolazione di schiavi sempre più anziane e sempre meno redditizia, il desiderio di liberarsi di tutti i suoi schiavi; desiderio che non poté però mai avverare senza infrangere il vincolo che si era posto di non spezzare le famiglie dei propri schiavi, il quale si rifiutò di infrangere.
    Dopo la fine della guerra di indipendenza Washington espresse in molte occasioni pubbliche la sua avversione nei confronti della schiavitù e diede un importante supporto alle visioni del Marchese Lafayette a favore dell'emancipazione degli schiavi. Ciò nonostante, pur supportando le idee di Lafayette Washington non poté però dare la libertà ai propri schiavi. La allora vigente legge della Virginia prevedeva infatti che il proprietario che liberava i propri schiavi doveva pagare una tassa così elevata, che l'unica via che rimaneva per liberarsi dei propri schiavi era quella di venderli.
    Queste circostanze proverebbero inoltre, che le convinzioni di Washington riguardo la schiavitù, non erano solamente delle semplici frasi retoriche ma erano supportate da ideali che non poté realizzare a causa delle leggi allora vigenti. Questo spiegherebbe inoltre il fatto perché durane la sua vita non abbia rilasciato in libertà nessuno dei suoi schiavi.
    A causa di queste sue convinzioni Washington finì quasi sul orlo del fallimento, ma ciò nonostante si rifiutò di vendere i suoi schiavi ad altri proprietari terrieri, fatto che gli avrebbe permesso di fare un guadagno immediato e di liberarsi di tutti quelli schiavi che risultavano poco redditizi.
    Dopo essere stato eletto Presidente degli Stati Uniti Washington portò con se a New York nel 1789 sette schiavi: Oney Judge, Moll, Giles, Paris, Austin, Christopher Sheels e William Lee il quale sarebbe divenuto il suo futuro servitore più fedele. Successivamente dopo che la capitale fu trasferita a Filadelfia ai sette schiavi a servizio di Washington si aggiunsero ulteriori due schiavi, ma poco dopo essersi trasferito a Filadelfia due dei suoi schiavi, Oney Judge e Hercules fuggirono. Incoraggiati dall'azione di Hall e Judge anche a Mount Vernon vi furono alcuni tentativi di fuga da parte di alcuni schiavi ma senza alcun successo.
    A partire dal 1780 lo stato della Pennsylvania tentò gradualmente di abolire la schiavitù, imponendo che chi non fosse residente in Pennsylvania non potesse detenre schiavi per un periodo superiore a sei mesi. Qualora il proprietario non avesse rispettato questa legge, gli schiavi sarebbero divenuti automaticamente liberi. Per evitare quindi che i suoi schiavi ricevessero la libertà, Washington fece ruotare ogni tre mesi gli schiavi a suo servizio, portando al di fuori dei confini dello stato gli schiavi che erano stati a servizio nei tre mesi precedenti e sostituendoli con schiavi che erano rimasti al di fuori dei confini dello stato per un periodo analogo. Se pure questa azione fosse formalmente una violazione delle legge della Pennsylvania, Washington non fu mai sanzionato per tale comportamento.
    Nonostante questa apparente riluttanza di Washington a liberare i propri schiavi, egli fu però l'unico tra i padri fondatori proprietari di schiavi a volere la loro emancipazione. Pur non avendo liberato nessuno dei suoi schiavi nel corso della sua vita, volle che tutti i suoi schiavi venissero liberati dopo la morte di sua moglie Martha. Unico schiavo che venne liberato dopo la morte di Washington, come previsto dal suo testamento, fu il suo servitore personale William Lee.
    Note


      ^ Richard C. Stazesky. George Washington, Genius in Leadership in The Papers of George Washington. Alderman Library, University of Virginia, February 22, 2000. URL consultato il 2007-10-07.
      ^ Marquis, A.N. Company. Who's Who In America, vol. 1:Historical Volume (1607-1896), revised ed., Marquis, A.N. Company., 1967.
      ^ George Washington Birthplace National Monument. National Park Service. URL consultato il 2008-01-26.
      ^ Image of page from family Bible. Papers of George Washington. URL consultato il 2008-01-26.
      ^ Bell, William Gardner; COMMANDING GENERALS AND CHIEFS OF STAFF: 1775–2005; Portraits & Biographical Sketches of the United States Army's Senior Officer: 1983, CENTER OF MILITARY HISTORY; UNITED STATES ARMY; WASHINGTON, D.C.: ISBN 0–16–072376–0 : pp 52 & 66
      ^ Brockhaus: Brockhaus in fünf Bändern p.515.
      ^ Bell, William Gardner; COMMANDING GENERALS AND CHIEFS OF STAFF: 1775–2005; Portraits & Biographical Sketches of the United States Army's Senior Officer: 1983, CENTER OF MILITARY HISTORY; UNITED STATES ARMY; WASHINGTON, D.C.: ISBN 0–16–072376–0 : p. 52 & 66
      ^ On British attitudes see John Shy, Numerous and Armed: Reflections on the Military Struggle for American Independence (1990) p. 39; Douglas Edward Leach. Roots of Conflict: British Armed Forces and Colonial Americans, 1677–1763 (1986) p. 106; and John Ferling. Setting the World Ablaze: Washington, Adams, Jefferson, and the American Revolution (2002) p. 65
      ^ Fred Anderson, Crucible of War (Vintage Books, 2001), p. 6.
      ^ Bell, William Gardner; COMMANDING GENERALS AND CHIEFS OF STAFF: 1775–2005; Portraits & Biographical Sketches of the United States Army's Senior Officer: 1983, CENTER OF MILITARY HISTORY; UNITED STATES ARMY; WASHINGTON, D.C.: ISBN 0–16–072376–0 : p. 52 & 66
      ^ For negative treatments of Washington's excessive ambition and military blunders, see Bernhard Knollenberg, George Washington: The Virginia Period, 1732–1775 (1964) and Thomas A. Lewis, For King and Country: The Maturing of George Washington, 1748–1760 (1992).
      ^ Corbin, John: The Unknown Washington, New York 1930
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    Altri progetti
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    Collegamenti esterni
    (EN) Biography of George Washington. The White House. URL consultato il 6-1-2008.
    Jack D. Warren, Jr.. (EN) George Washington Biography. George Washington's Mount Vernon. URL consultato il 6-1-2008.
    Scheda sul personaggio di George Washington dell'Internet Movie Database
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