Gaetano Badalamenti (detto Tano) (1923-2004)
Informazioni di base:
Gaetano Badalamenti in Rete:
Biografia:
(estratta da Wikipedia)Il sanguinario boss mafioso Gaetano Badalamenti
Gaetano Badalamenti (Cinisi, 14 settembre 1923 – Ayer (USA), 29 aprile 2004) è stato un criminale italiano, tra i membri più potenti di Cosa Nostra.
"Don Tano" Badalamenti fu il capomafia della sua città natale, Cinisi in Sicilia, e capeggiò la cupola mafiosa nel 1970. Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 45 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della allora chiamata Pizza connection, un anello di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari che, dal 1975 al 1984, aveva utilizzato pizzerie come punto di spaccio.
Tano Badalamenti rimase sempre un mafioso vecchio stile, fedele alla regola dell'omertà. Non ha mai ammesso di far parte di Cosa Nostra, ma non lo ha mai nemmeno negato. Durante un interrogatorio dell'FBI dichiarò: «Se rispondessi, danneggerei me stesso in Italia». Durante la sua condanna di 45 anni negli USA non diventò mai un pentito.
Al suo nome sono legate la morte di Peppino Impastato e parte delle rivelazioni rese dal primo pentito di mafia Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone.
Primi anni
Tano Badalamenti fu il più giovane in una famiglia di 5 maschi e 4 femmine. Frequentò per breve tempo la scuola prima di iniziare a lavorare come bracciante all'età di 10 anni. Arruolato nell'esercito italiano nel 1941, disertò prima che gli alleati sbarcassero in Sicilia nel luglio 1943. Suo fratello maggiore Emanuele Badalamenti emigrò negli Stati Uniti e avviò un supermarket e una pompa di benzina nella contea di Monroe, Michigan. Nel 1946 Gaetano ricevette un avviso di garanzia per cospirazione e rapimento. Nel 1947 venne anche accusato di omicidio, circostanze che lo portarono a scappare negli Stati Uniti da suo fratello Emanuele. Nel 1950 fu arrestato ed estradato in Italia. Sposò Teresa Vitale (la cui sorella sposò Filippo Rimi, il capomafia di Alcamo) e avviò un'attività familiare come coltivatore di limoni. Successivamente le sue difficoltà giudiziarie si risolsero completamente per mancanza di prove.
Badalamenti creò un redditizio business fornendo il materiale roccioso per la costruzione dell'Aeroporto di Punta Raisi di Palermo, caduto nella sfera di influenza della famiglia di Cinisi. Nei primi anni '60 corruppe degli ufficiali per avere il permesso di costruzione dell'aeroporto vicino il suo paese natale, nonostante la sfavorevole posizione geografica. La costruzione necessitò una ingente quantità di roccia e ghiaia disponibili in grande quantità nella proprietà della famiglia mafiosa. Le sue ditte di costruzione, un piano concreto ed un gran numero di camion hanno fornito l'occupazione tanto necessaria per il cantiere, arricchendo notevolmente Badalamenti.
Capomafia di Cinisi
La casa di Gaetano Badalamenti, a cento passi dalla casa di Peppino Impastato, nel film di Marco Tullio Giordana
Nel 1963 assunse la leadership della Mafia di Cinisi dopo aver ucciso con un attentato Cesare Manzella durante la prima guerra di mafia. La strage di Ciaculli avvenuta il 30 giugno 1963, che portò alla morte sette poliziotti e ufficiali militari inviati per disinnescare una bomba in un'automobile che aveva come obiettivo Salvatore Greco, cambiò la guerra mafiosa in guerra contro la mafia.
Fu il primo concreto piano anti-mafia dello stato italiano nel dopoguerra. In un periodo di dieci settimane, 1200 mafiosi furono arrestati e molti di loro sparirono dalla circolazione per almeno 5-6 anni, innescando lo scioglimento della cupola mafiosa.
Badalamenti in pochissimo tempo assunse il completo controllo di Cinisi.
Giovanni Impastato, fratello dell'assassinato comunista ed attivista antimafia Giuseppe Impastato, dichiarò:
"Sembrava che Badalamenti fosse ben voluto dai carabinieri, in presenza dei quali era calmo, sicuro, e con i quali parlava volentieri. Sembrava quasi facesse loro un favore non facendo accadere nulla, rendendo sicura e calma la cittadina di Cinisi." "Spesso si potevano vedere camminare insieme a Badalamenti e ai suoi guardiaspalle. Non si può avere fiducia nella istituzioni quando si vedono braccio a braccio con i mafiosi." Questa dichiarazione venne resa prima dell'istituzione della commissione parlamentare antimafia.
Accertato mandante dell'omicidio di Giuseppe Impastato (grazie anche alle dichiarazioni del vice di Badalamenti Vito Palazzolo), l'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti fu condannato all'ergastolo.
Badalamenti era amico del leggendario Lucky Luciano, e per vendicarlo di un affronto subito durante un breve soggiorno in Italia, don Tano non esitò a commissionare l'uccisione dell'autore dello sgarro.
Traffico di eroina
Gaetano Badalamenti diventò uno dei maggiori trafficanti di eroina di Cosa Nostra. Dal 1975 al 1984 fu uno dei maggiori protagonisti di una operazione di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari conosciuta come Pizza Connection. Questo business mafioso importava eroina dal Medio Oriente e utilizzava come centro di spaccio il retro di molte pizzerie degli stati uniti medio-occidentali.
Già nel 1951, la polizia Americana identificò 50 chili di eroina spedita a Badalamenti che allora viveva a Detroit come un immigrato clandestino. Tuttavia, nel 1950 la maggior parte dei ricavi erano ancora frutto del contrabbando di sigarette in Italia e solamente nel 1953 avvenne il primo arresto di Badalamenti per questo reato. In seguito, nel 1957 fu nuovamente catturato con 3 tonnellate di sigarette di contrabbando.
La repressione scaturita dalla strage di Ciaculli distrusse il commercio di eroina della mafia siciliana con gli stati uniti dato che molti mafiosi furono arrestati e incarcerati. Il controllo del business cadde nelle mani di pochi latitanti: i cugini Greco ( Salvatore "Ciaschiteddu" Greco e Salvatore Greco che insieme a Marco Pellegrino erano conosciuti come "gli ingegneri" ), "Totò il lungo", Pietro Davì, e Gaetano Badalamenti.
Dopo il 1975, Badalamenti si alleò con Salvatore Catalano della famiglia siciliana di Bonanno di New York e fu implicato nell'affare "Pizza Connection". Quando l'FBI iniziò a chiudere l'affare nel 1984, Badalamenti scappò in Spagna ma fu lo stesso raggiunto ed arrestato a Madrid.
Nel 1985 Gaetano Badalamenti e altri implicati nel caso furono accusati di traffico illegale di narcotici, associazione a delinquere di stampo mafioso e per riciclaggio di denaro sporco. Gli accusatori misero a carico anche la responsabilità di molti omicidi negli USA ed in Sicilia. Il processo a Badalamenti e ai suoi alleati durò 17 mesi durante i quali Badalamenti e Catalano testimoniarono uno contro l'altro. Nel 22 giugno 1987 Badalamenti fu condannato solo per riciclaggio di denaro sporco, a una pena detentiva di 45 anni e ad una ammenda di 125000 dollari. Solo suo figlio Vito Badalamenti fu rilasciato.
Cupola
Nel 1970, la Cupola mafiosa venne ricreata. Composta da 10 membri fu inizialmente governata dal triumvirato che consisteva in Gaetano Badalamenti, Stefano Bontade e i boss Corleonesi: prima Luciano Liggio poi Salvatore Riina il quale rappresentava i Corleonesi. Nel 1975 la cupola fu ricostruita sotto la leadership di Badalamenti.
La Cupola mafiosa era intesa per sciogliere le dispute e per mantenere la pace tra le famiglie mafiose, ma Liggio e il suo luogotenente e successore, Salvatore Riina, meditavano di decimare i clan di Palermo. Alla fine del 1978, Gaetano Badalamenti fu espulso dalla Cupola mafiosa e Michele Greco lo rimpiazzò. Quella fu la fine di un periodo di relativa pace e un grande cambiamento dall'interno della mafia. Tano Badalamenti fu rimpiazzato anche come capo della famiglia mafiosa di Cinisi da suo cugino Antonio Badalamenti. Si spostò in Brasile dalla Spagna soggiornando a São Paulo.
Contatti politici
La corte di Cassazione nell'ottobre 2004 decretò che l'ex presidente del consiglio Giulio Andreotti ebbe contatti "amichevoli e talvolta anche diretti" con uomini importanti del clan di Cosa Nostra, Gaetano Badalamenti e Stefano Bontade, favoriti da Salvo Lima attraverso i cugini Salvo.
Secondo i magistrati investigatori Andreotti commissionò l'uccissione del giornalista Mino Pecorelli, direttore del giornale Osservatorio Politico (OP). Pecorelli accettò di fermare la pubblicazione del giornale ma l'uccisione avvenne ugualmente il 20 marzo 1979. Andreotti aveva paura che Pecorelli pubblicasse informazioni che avrebbero potuto distruggere la sua carriera politica. Queste informazioni riguardavano finanziamenti illegali del partito della Democrazia Cristiana e segreti riguardo il rapimento e l'uccisione dell'ex primo ministro Aldo Moro avvenuto nel 1978 ad opera delle Brigate Rosse. Il pentito Tommaso Buscetta testimoniò che Gaetano Badalamenti raccontò a lui che chi commissionò l'omicidio furono i cugini Salvo per conto di Giulio Andreotti.
Nel 1999 la corte di Perugia prosciolse Andreotti, il suo braccio destro Claudio Vitalone (ex ministro del commercio con l'estero), Badalamenti, Giuseppe Calò, il presunto killer Massimo Carminati (uno dei fondatori del gruppo di estrema destra NAR - Nuclei Armati Rivoluzionari) e Michelangelo La Barbera.
Il 17 novembre 2002 la corte di appello ribaltò le condanne di Badalamenti ed Andreotti. Furono entrambi condannati a 24 anni di carcere come mandanti dell'omicidio Pecorelli. Tuttavia, la corte suprema cancellò entrambe le accuse il 30 ottobre 2003.
Ultimi anni
Nel 2002, la corte italiana condannò Badalamenti all'ergastolo per l'omicidio di Giuseppe Impastato avvenuto nel 9 maggio 1978. Giuseppe Impastato utilizzò lo humor e la satira come arma contro la Mafia. Nella sua famosa trasmissione radio "Onda Pazza" derise sia politici sia mafiosi. Quotidianamente denunciava i crimini e gli affari dei mafiosi di "Mafiopoli" (Cinisi) e le attività di "Tano Seduto", soprannome ironico e dispregiativo dato a Gaetano Badalamenti, l'allora capomafia di Cinisi.
Gaetano Badalamenti era afflitto da un tumore che aveva provocato gravi conseguenze renali e una epatite, morì per arresto cardiaco il 29 aprile 2004 all'età di 80 anni nel Centro medico federale di Devens, Ayer, Massachusetts negli Stati Uniti d'America.
Note
^ Family Affairs, Time Magazine, October 14, 1985
^ a b Extra Cheese: Busting a pizza connection, Time Magazine, April 23, 1984
^ Giuseppe Impastato: la sua vita, il suo assassinio, l'investigazione e l'insabbiamento di Tom Behan, Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato".
^ The Sicilian Connection, Time Magazine, October 15, 1984
^ Articolo in inglese della BBC sulla morte di Gaetano Badalamenti, Necrologio BBC News, sabato 1 maggio 2004
Bibliografia
(EN) Dickie, John (2004). Cosa Nostra. A history of the Sicilian Mafia, London: Coronet, ISBN 0-340-82435-2
(EN) Gambetta, Diego (1993). The Sicilian Mafia: The Business of Private Protection, London: Harvard University Press, ISBN 0-674-80742-1
(EN) Paoli, Letizia (2003). Mafia Brotherhoods: Organized Crime, Italian Style, New York: Oxford University Press ISBN 0-19-515724-9
(EN) Shawcross, Tim & Martin Young (1987). Men Of Honour: The Confessions Of Tommaso Buscetta, Glasgow: Collins ISBN 0-00-217589-4
(EN) Sterling, Claire (1990). Octopus. How the long reach of the Sicilian Mafia controls the global narcotics trade, New York: Simon & Schuster, ISBN 0-671-73402-4
Collegamenti esterni
Il processo Impastato
Caso Impastato sentenza della commissione parlamentare antimafia, 6 dicembre 2000
Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato"
Voci correlate
Mafia
Cosa Nostra
Democrazia Cristiana
Giulio Andreotti
Mino Pecorelli
Peppino Impastato
Pizza connection
Prima guerra di mafia
Seconda guerra di mafia
Pentiti
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