Dino Buzzati (1906-1972)
Informazioni di base:
Dino Buzzati in Rete:
Biografia:
(estratta da Wikipedia)Non è possibile avere fotografie di dipinti (di questo autore) perché verrebbe infranto il copyright sulle sue opere
Dino Buzzati Traverso (San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972) è stato uno scrittore, giornalista e pittore italiano.
La vita
Dino Buzzati fotografato in Via Solferino (Milano), sede del Corriere della Sera
Buzzati nasce a San Pellegrino, alle porte della città di Belluno, nel 1906. Il padre, che morirà nel 1920, è un famoso giurista di famiglia bellunese, mentre la madre discendeva da una famiglia nobile di Venezia (i Badoer). Terzo di quattro figli, Augusto (1903-?), Angelina (1904-2004) e Adriano (1913-1983), la famiglia Buzzati trascorreva le estati nella villa a Belluno e l'inverno a Milano, dove il padre - docente di diritto internazionale - lavorava alla neonata università Luigi Bocconi, dividendosi tra questa e l'insegnamento alla più antica università di Pavia. La villa di famiglia e la biblioteca, fondamentali nella formazione dello scrittore, meriterebbero una storia a parte. Nei primi anni della sua infanzia lo scrittore presentò una grande attenzione e sensibilità per le arti figurative e per la musica, imparando a suonare a 12 anni pianoforte e violino, abbandonando però in seguito gli studi. Connaturata alla crescita di Buzzati è anche l'amore per la montagna che lo porteranno a scalare e a sognare le montagne per tutta la vita. Dopo i primi anni, e dopo la morte del padre, a 14 anni, Buzzati si iscrive al più rinomato liceo di Milano, il Parini, dove conoscerà Arturo Brambilla, che in seguito diventerà il suo migliore amico; i due si cimentarono anche in duelli di scrittura, da cui uscirà la prima produzione letteraria dell'autore bellunese. Con lui inizierà una fitta corrispondenza che continuerà sino alla prematura morte di Brambilla, lasciando un vuoto incolmabile nella vita dello scrittore.
In questi anni Buzzati scopre l'interesse per la cultura egizia (nelle lettera con Brambilla si firmerà a lungo Dinubis) e per Arthur Rackham. Terminati gli studi superiori Buzzati inizia a mostrare le prime velleità letterarie iniziando a pensare di scrivere un romanzo, e si iscrive a giurisprudenza per assecondare le volontà della famiglia e per proseguire la tradizione (i due fratelli infatti avevano intrapreso strade diverse iscrivendosi a ingegneria e a biologia).
Nel 1928, poco prima di terminare gli studi universitari, entra come praticante al Corriere della Sera del quale diverrà in seguito redattore, ed infine inviato. Sempre nello stesso anno si laurea in giurisprudenza con una tesi dal titolo La natura giuridica del Concordato.
Nel 1933 uscì il suo primo romanzo, Bàrnabo delle montagne, al quale seguì dopo due anni Il segreto del Bosco Vecchio. Da entrambe le opere furono tratti film ad opera di registi italiani: il primo girato da Mario Brenta nel 1994, il secondo da Ermanno Olmi nel 1993.
Fra il 1935 e il 1936 si occupò del supplemento mensile "La Lettura".
È del 1939 il suo più grande successo: Il deserto dei Tartari, che verrà edito l'anno seguente (il titolo originale doveva essere La fortezza, poi cambiato per evitare il richiamo al conflitto mondiale ormai alle porte), dal quale nel 1976 Valerio Zurlini trasse il film omonimo. In quegli anni Buzzati cominciava a dedicarsi ai suoi fortunati racconti brevi, talvolta pubblicati anche sulle pagine del Corriere. Accanto all'attività narrativa, Buzzati continuò la sua attività di giornalista. Una scelta di suoi articoli trova spazio nella raccolta "Cronache terrestri".
Con un tono narrativo fiabesco, Buzzati affrontava temi e sentimenti quali l'angoscia, la paura della morte, la magia e il mistero, la ricerca dell'assoluto e del trascendente, la disperata attesa di un'occasione di riscatto da un'esistenza mediocre (Le mura di Anagoor, Il cantiniere dell'Aga Khan, Il deserto dei Tartari), l'ineluttabilità del destino (I sette messaggeri) spesso accompagnata dall'illusione (L'uomo che voleva guarire). Il grande protagonista dell'opera buzzatiana è proprio il destino, onnipotente e imperscrutabile, spesso beffardo (come ne Il deserto dei Tartari). Perfino i rapporti amorosi sono letti con quest'ottica di imperscrutabilità (Un amore). La letteratura di Buzzati appartiene al genere fantastico, anche se talvolta presenta vicinanze al genere horror.
Fra i suoi ultimi scritti rientra I miracoli di Val Morel, pubblicato nel 1971 e non più ristampato. Il libro è una raccolta di finti miracoli, che nell'invenzione dell'autore sarebbero stati attribuiti a Santa Rita dalla tradizione popolare. Buzzati si è ispirato per questa opera alla località di Valmorel nel Bellunese.
Accanto all'attività di scrittore e giornalista, Buzzati si dedicava la pittura (terrà con successo anche alcune mostre) e al teatro, dando vita a un sodalizio con il musicista e direttore di orchestra Luciano Chailly, curando personalmente anche le scenografie delle sue rappresentazioni. Interessanti le esperienze come sceneggiatore, che lo videro collaborare con Federico Fellini alla stesura de Il Viaggio di G. Mastorna, il progetto che il regista inseguì tutta la vita, e che non ebbe mai luce.
Fu, da un certo punto di vista, un autore molto realistico che affrontava la gente con i temi della solitudine e dell'angoscia. Uno dei pochi in Italia a promuovere i canoni della letteratura fantastica.
Morì di tumore al pancreas (male che già causò il decesso del padre nel 1920) alla clinica "La Madonnina" di Milano il 28 gennaio 1972.
A Buzzati sono stati dedicati il sentiero che collega Valmorel al comune di Limana (Belluno) e un sentiero attrezzato che porta alla cima del monte Cimerlo nel Gruppo delle Pale di San Martino (Trento).
Lo scrittore sudafricano J. M. Coetzee, premio Nobel nel 2003, si è ispirato alla trama de Il deserto dei Tartari per scrivere uno dei suoi capolavori, Aspettando i barbari, pubblicato nel 1980. Ancora oggi, grazie a un numero elevatissimo di traduzioni Buzzati è forse più famoso all'estero che in Italia.
Bibliografia
Alcune delle principali opere
Romanzi
Bàrnabo delle montagne, 1933
Il segreto del Bosco Vecchio, 1935
Il deserto dei Tartari, 1940
La famosa invasione degli orsi in Sicilia, 1945
Il grande ritratto, 1960
Un amore, 1963
Racconti (raccolte, anche non a cura dell'Autore)
I sette messaggeri, 1942
Paura alla Scala, 1949
Il crollo della Baliverna, 1957
Esperimento di magia, 1958
Sessanta racconti, premio Strega nel 1958
Egregio signore, Siamo spiacenti di... (con illustrazioni di Siné), 1960 (poi col titolo Siamo spiacenti di), 1975
Il colombre, 1966
La boutique del mistero, 1968
Le notti difficili, 1971
180 racconti, 1982
Il meglio dei racconti, 1989
Lo strano Natale di Mr. Scrooge e altre storie, 1990
mi chiamo Dino Buzzati, 1988
Teatro
Piccola passeggiata, 1942.
La rivolta contro i poveri, 1946
Un caso clinico, 1953
Drammatica fine di un noto musicista, 1955
Sola in casa, 1958
Una ragazza arrivò..., 1959
Le finestre, 1959
L'orologio, 1959
Un verme al ministero, 1960
I suggeritori, 1960
Il mantello, 1960
L'uomo che andrà in America, 1962
L'aumento, 1962
La colonna infame, 1962
Spogliarello, 1964
La telefonista, 1964
La famosa invasione degli orsi in Sicilia, a cura di Gianni Colla, 1965
La fine del borghese, 1966
Libretti per la musica
Ferrovia sopraelevata, 1955
Procedura penale, 1959
Il mantello, 1960
Battono alla porta,1963
Era proibito, 1963
Altro
La famosa invasione degli orsi in Sicilia, 1945
In quel preciso momento, 1950, 1955 e 1963
Il postino di montagna, 1951
Le storie dipinte, a cura di Mario Oriani e Adriano Ravegnani, 1958
Poema a fumetti, 1969
I miracoli di Val Morel, 1971
Cronache terrestri, servizi giornalistici, a cura di Domenico Porzio, 1972
Congedo a ciglio asciutto di Buzzati, inediti, a cura di Guido Piovene, 1974
I misteri d'Italia, Milano 1978
Dino Buzzati al Giro d'Italia, a cura di Claudio Marabini, 1981
Lettere a Brambilla, a cura di Luciano Simonelli, 1985
Le montagne di vetro, a cura di Enrico Camanni, 1990
La mia Belluno, a cura della Comunità Montana Bellunese - Assessorato alla cultura, 1992
Bestiario, 1991
Il buttafuoco, 1992
La "nera" di Dino Buzzati, a cura di Lorenzo Viganò, 2 vol., Oscar Mondadori, Milano, 2002
Film tratti da opere di Buzzati
Un amore di Gianni Vernuccio (1965)
Il fischio al naso di Ugo Tognazzi (1967)
Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini (1976)
Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi (1993)
Barnabo delle montagne di Mario Brenta (1994)
Opere dedicate a Dino Buzzati
Il quadro di Buzzati di Fabrizio De Rossi Re, su testo di Luis Gabriel Santiago opera in musica per la radio scritta per la RAI RadioTre in occasione del centenario della nascita di Buzzati (trasmissione RAI Radiotre ottobre 2006).
Voci correlate
Indro Montanelli
Curzio Malaparte
Ermanno Olmi
Alfredo Pigna
Altri progetti
Wikiquote
Wikiquote contiene citazioni di o su Dino Buzzati
Collegamenti esterni
Associazione internazionale Dino Buzzati
Dino Buzzati Homepage
“Dio che non esisti ti prego”. Dino Buzzati, la fatica di credere.
Portale Arte
Portale Biografie
Portale Letteratura
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Buzzati"
Categorie: Biografie | Scrittori italiani del XX secolo | Giornalisti italiani del XX secolo | Pittori italiani del XX secolo | Nati nel 1906 | Morti nel 1972 | Nati il 16 ottobre | Morti il 28 gennaio | Personalità legate a Belluno | Vincitori del Premio Strega | Vincitori del Premio Saint VincentCategorie nascoste: BioBot | Voci con citazioni mancanti