Bruce Grobbelaar (53)

Informazioni di base:

  • Vero Nome: Bruce David Grobbelaar
  • Data di nascita: 6 Ottobre 1957
  • Professione: Calciatore
  • Luogo di nascita: Durban
  • Nazione: Sudafrica
  • Bruce Grobbelaar in Rete:

  • Wikipedia: Bruce Grobbelaar su Wikipedia
  • Biografia:

    (estratta da Wikipedia)

    Bruce David Grobbelaar (Durban, 6 ottobre 1957) è un ex calciatore e allenatore di calcio zimbabwese.
    Da ragazzo Bruce Grobbelaar era un promettente giocatore di cricket, tanto che gli fu pronosticato un futuro nel baseball e offerto di affinare la tecnica negli Stati Uniti. Il calcio era, tuttavia, lo sport per il quale il giovane Bruce nutriva le maggiori ambizioni: ancora minorenne, firmò un contratto per la squadra sudafricana del Jomo Cosmos, che lasciò, però, ben presto, lamentandosi di essere stato sottoutilizzato a causa della discriminazione - a suo dire - di cui era stato fatto parte, lui bianco, da una squadra composta quasi esclusivamente di calciatori di colore. Nel 1977, dopo aver lasciato i Cosmos, entrò nella Guardia Nazionale Rhodesiana (Rhodesia essendo il nome che aveva a quei tempi lo Zimbabwe). Congedatosi nel 1979, fu ingaggiato dalla squadra canadese dei Vancouver Whitecaps.
    A Vancouver Grobbelaar ebbe come allenatore l'ex portiere del Blackpool e della nazionale inglese Tony Waiters; debuttò nella Lega nordamericana nel 1980 contro i Seattle Sounders. Benché fosse la riserva di Phil Parkes, altro portiere inglese, ebbe modo di diventare ben presto un personaggio. Durante un viaggio in Gran Bretagna presso alcuni amici di famiglia, ricevette una telefonata da Ron Atkinson che gli propose inaspettatamente un provino con il West Bromwich Albion. Atkinson rimase soddisfatto del provino ma dovette rinunciare a tesserare Grobbelaar per via di problemi burocratici relativi alla concessione del permesso di lavoro nel Regno Unito. Grobbelaar tornò in Canada per la stagione 1980/81, ma fu ceduto quasi subito in prestito alla squadra inglese del Crewe Alexandra, nella quale giocò 24 partite e segnò - su calcio di rigore - l'unico goal della sua carriera. Ebbe la fortuna di essere notato durante una delle sue migliori partite da Tom Saunders, talent scout per conto del Liverpool. Mentre il club inglese stava valutandone l'ingaggio, Grobbelaar era tornato ancora una volta in Canada per fine prestito. I dirigenti del Liverpool contattarono Tony Waiters per comunicargli la loro intenzione di portare Grobbelaar ad Anfield e Waiters, che già aveva lavorato in passato con i Reds, fu ben contento di spianare la strada verso l'Inghilterra al suo portiere. Ingaggiato ad agosto del 1981 come secondo di Ray Clemence, Grobbelaar avrebbe presto trovato la sua occasione grazie al trasferimento del titolare al Tottenham.
    Il rigore di Bruno Conti contro Grobbelaar nella finale di Coppa dei Campioni 1983/84
    Il periodo inglese del Liverpool (che in quegli anni era un vero asso pigliatutto) fu il più ricco di soddisfazioni professionali per Grobbelaar, che nella sua prima stagione vinse subito il double campionato - Coppa di Lega (1981/82) e, nella stagione successiva, il treble campionato - Coppa di Lega - Charity Shield. Ma fu nel 1984 che Grobbelaar si impose prepotentemente alla ribalta: incassata la terza accoppiata consecutiva campionato - Coppa di Lega, il Liverpool volò in Italia per disputare la finale di Coppa dei Campioni allo Stadio Olimpico proprio contro la Roma. La partita finì 1-1 dopo i tempi supplementari (15' Neal, 44' Pruzzo) e fu necessario, per la prima volta nella storia della competizione, ricorrere ai calci di rigore per designarne il vincitore. Il primo rigore degli inglesi, battuto da Nicol, finì alto, e lì iniziò lo show di Grobbelaar. Mentre i suoi compagni dal dischetto Neal, Souness, Rush e Alan Kennedy gonfiavano in sequenza la rete di Tancredi, Grobbelaar mostrava atteggiamenti da sbruffone, strizzando l'occhio ai fotografi appostati dietro la linea di fondo, mordendo le corde della rete come se fossero spaghetti, danzando sulla linea di porta. Se il trucco non funzionò per Di Bartolomei e Righetti, l'esperto Conti perse invece la concentrazione e tirò alto, e lo stesso accadde a Graziani. Il Liverpool vinse 5-3 e si prese la Coppa per la quarta volta, la seconda allo Stadio Olimpico dopo quella del 1977, e Bruce Grobbelaar divenne il primo calciatore africano a vincere la massima competizione europea. Ventuno anni dopo, nel 2005 a Istanbul, nella finale di Champions' League tra Liverpool e Milan, il portiere dei Reds Jerzy Dudek si sarebbe ispirato proprio a Grobbelaar nel suo show durante i calci di rigore, che fruttarono al Liverpool la sua quinta Coppa.
    Il rigore di Francesco Graziani contro Grobbelaar nella finale di Coppa dei Campioni 1983/84
    L'atteggiamento guascone di Grobbelaar non fu esente da critiche: tuttavia, tre tra i migliori allenatori della storia del Liverpool (Paisley, Fagan e Dalglish) lo tennero in squadra per 13 anni perché, al di là delle bizzarrìe in campo e fuori, si era sempre dimostrato un portiere di sicuro rendimento e di provata affidabilità. La sua risposta alle critiche era che, avendo egli combattuto nella guerra civile in Rhodesia, poteva ben dire che, al confronto, il calcio non era una cosa così importante come molti pretendevano che fosse. Per tale ragione non si fece mai scrupolo di rimbrottare i suoi difensori qualora essi, distraendosi, gli liberavano qualche attaccante avversario davanti, come gli capitò di fare nei confronti di Jim Beglin, ferocemente insultato durante la finale della Coppa d'Inghilterra del 1986). L'unica volta in cui Grobbelaar non ebbe voglia di scherzare fu in occasione della tristemente famosa finale di Bruxelles della Coppa dei Campioni 1985 contro la Juventus, in cui 39 tifosi rimasero uccisi per la violenza di numerosi hooligan al seguito della squadra inglese. In quel frangente anche Grobbelaar, come molti suoi compagni, meditò di lasciare il calcio, salvo poi decidere di continuare anche se, a seguito della strage avvenuta allo stadio, il Liverpool avrebbe subìto un bando di sei stagioni in tutte le competizioni europee. Grobbelaar rimase fino al 1994 come titolare fisso, a parte un'assenza nel 1988 dovuta a una forma di meningite che rischiò seriamente di compromettere la funzionalità del suo braccio destro e gli fece saltare quasi tutta la stagione. In totale, nelle 13 stagioni in cui rimase a Liverpool, il portiere vinse sei campionati nazionali (1981/82, 1982/83, 1983/84, 1985/86, 1987/88 e 1989/90), tre Coppe d'Inghilterra (1985/86, 1988/89 e 1991/92), tre Coppe di Lega (1981/82, 1982/83 e 1983/84), una Coppa dei Campioni (1983/84) e cinque Charity Shield (1983, 1987, 1989, 1990 e 1991).
    Con l'arrivo di David James a Liverpool la carriera in rosso di Grobbelaar sembrò essere arrivata alla fine. Nella stagione 1992/93 in effetti, causa le sue continue insistenze per giocare con la nazionale dello Zimbabwe, Grobbelaar scese in campo per il Liverpool solo 6 partite e passò la seconda parte della stagione in prestito allo Stoke City. Nella stagione successiva, le incerte performance di James permisero a Grobbelaar di riprendersi il posto da titolare, che tenne fino al 28 febbraio 1994, il giorno in cui si infortunò seriamente contro il Leeds. Quella fu l'ultima presenza con il Liverpool.
    Nel frattempo, Grobbelaar aveva iniziato a giocare per la sua nazionale, con la quale dal 1992 al 1998 giocò in totale 21 partite, tutte contro avversarie africane (tra le squadre incontrate più frequentemente Sudafrica, Angola e Togo). Gli incontri riguardarono principalmente la Coppa d'Africa o la zona africana di qualificazione al campionato del mondo.
    Bruce Grobbelaar si trasferì nell'estate del 1994 al Southampton. Quell'anno dovette però affrontare la pesante accusa - lanciata dal tabloid Sun - di combine relativa ai tempi del Liverpool. Secondo il giornale britannico Grobbelaar avrebbe scommesso sulle sconfitte della propria squadra, e a sostegno di tali accuse fu prodotto un videotape nel quale egli parlava di risultati aggiustati. Fu formalmente accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione insieme al portiere del Wimbledon Hans Segers, all'attaccante dell'Aston Villa John Fashanu e all'uomo d'affari malese Heng Suan Lim.
    Grobbelaar si difese sostenendo che in realtà stava raccogliendo prove della corruzione dei suoi colleghi: dopo due processi in cui la giuria non raggiunse un verdetto unanime, lui e gli altri coimputati vennero assolti nel novembre del 1997. A seguito dell'assoluzione Grobbelaar querelò il Sun per diffamazione e il tribunale condannò il tabloid a pagare 85.000 sterline per risarcimento danni. Il Sun ricorse in appello e la controversia finì davanti alla commissione Giustizia della Camera dei Lord. Questa decise, contrariamente al tribunale, che, pur non essendoci prove contro Grobbelaar, tuttavia vi erano fondati motivi di dubitare della sua onestà. Al portiere fu riconosciuto un risarcimento danni di una sterlina, e un rimborso spese legali nei confronti del Sun pari a 500.000 sterline. Così Lord Bingham of Cornhill, presidente della Commissione, commentò:


    «La fattispecie di reato di diffamazione protegge coloro la cui reputazione è stata illegalmente danneggiata. Protegge poco, o nulla, coloro che non hanno alcuna reputazione meritevole di tutela legale. Fino al 9 novembre 1994, quando il giornale pubblicò il primo articolo contro di lui, la reputazione del ricorrente in appello era specchiata. Ma questi ha poi agito in una maniera in cui nessun calciatore onesto agirebbe mai, in una maniera, oltretutto, che mina alle fondamenta l'integrità di un gioco che riscuote la lealtà e il sostegno di milioni di persone»

    Siccome non era in grado di pagare quella cifra, Grobbelaar fu dichiarato fallito dal tribunale.
    Tornato in Sudafrica, Grobbelaar intraprese la carriera di allenatore con alterne fortune. Riuscì anche, nel 1999, a portare il Seven Stars dalla zona retrocessione al quarto posto finale del campionato. In due riprese fu anche allenatore-giocatore della nazionale dello Zimbabwe. Ha recentemente dichiarato che il suo sogno è quello di tornare un giorno in Inghilterra come allenatore del Liverpool, sebbene le sue pendenze debitorie nel Regno Unito e la memoria ancora fresca dello scandalo ne rendano oggettivamente difficile la realizzazione. Comunque, nel 2006, Grobbelaar è tornato in Inghilterra per giocare una riedizione della finale della Coppa d'Inghilterra di vent'anni prima contro l'Everton, a favore di un'associazione per la ricerca sul cancro. Per la cronaca, la partita è stata vinta dalle vecchie glorie del Liverpool per 1-0.
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